Rossitto e Gelmini, lettera aperta al Rettore

Un gruppo di docenti di diverse facoltà ha inviato una lettera aperta al Rettore, prof. Antonino Recca, che verte su due questioni: il caso Rossitto e il disegno di riforma dell’Università del ministro Gelmini. Riguardo alla vicenda Rossitto (il docente indagato per tentata concussione e tentativo di reati sessuali), i firmatari della lettera sollecitano l’Ateneo a costituirsi parte civile qualora, a seguito delle indagini della magistratura, il professore dovesse essere rinviato a giudizio. Una richiesta, questa, che fa seguito alla presa di posizione espressa alcuni giorni fa dal Consiglio di Presidenza di Scienze politiche. I docenti sollecitano inoltre l’attivazione degli strumenti di garanzia previsti dallo statuto e il loro potenziamento con nuovi servizi, come il Comitato pari opportunità e il Comitato sul mobbing.

Quanto al disegno di legge Gelmini sull’Università, i docenti chiedono il sostegno del Rettore per le iniziative da mettere in campo per contrastarlo: non solo coinvolgendo l’Università, ma cercando alleanze nel mondo economico, civile e sociale. I docenti firmatari della lettera sono Mirella Cassarino, Rosa Maria Monastra, Simona Laudani, Graziella Priulla, Margherita Spampinato, Antonio Pioletti, Felice Rappazzo, Attilio Scuderi. Di seguito il testo.
 

La lettera aperta che il Rettore dell’Università di Catania ha inviato a docenti, personale TA e studenti dell’Ateneo, presenta questioni e tocca problemi seri e – per certi aspetti – drammatici: la stessa scelta dello strumento – la lettera aperta, appunto – comporta una drammatizzazione dell’argomento. L’Ateneo di Catania, stando proprio alle parole di chi la rappresenta, appare non esente da rischi: rischi di marginalità, di scadimento, di ridimensionamento, nonostante le sue tradizioni e la sua qualità. E dunque l’allarme sollevato dal Rettore va condiviso e preso sul serio.

Rileviamo, nella lettera aperta, due temi che si alternano e si sovrappongono: quello relativo al ruolo delle Università, come sistema nazionale, nella logica del recente ddl Gelmini di riforma (e potremmo aggiungere le varie disposizioni amministrative precedenti, che rischiano di produrre “tagli” senza alcuna discriminazione e criterio); e quello relativo alla necessità che si mantenga alto l’amore per “la dignità, la libertà delle donne e degli uomini che vi lavorano”.

Come non sottoscrivere?

Non possiamo non vedere come, in quest’ultimo invito e incitamento, si alluda ad un’incresciosa e squallida vicenda che ha visto come protagonista un docente del nostro Ateneo, il prof. Rossitto. Si tratta di un episodio grave, che getta discredito, per responsabilità di qualche mela marcia, sull’intera comunità accademica e che la danneggia oggettivamente, come rilevato anche da organi della Facoltà di Scienze politiche; ma che soprattutto lascia sconcertati le nostre studentesse e i nostri studenti. Opportuno ci sembra dunque che si attivino quegli strumenti di garanzia che, per statuto, il nostro Ateneo possiede, e che si potenzino, anche con l’istituzione di nuovi servizi che siano punto di riferimento per gli studenti, strutture come il Comitato pari opportunità, il Comitato sul mobbing e altri.

Per quanto riguarda il primo problema, ci sentiamo di condividere l’allarme del Rettore, e riteniamo necessario un impegno di tutti alla mobilitazione e al dibattito sui temi della riforma e sugli strumenti di un “nuovo” finanziamento del sistema universitario, oltre che dell’organizzazione degli Atenei in senso democratico, trasparente e efficiente (aggettivi che non sono affatto in contraddizione). Condividiamo perciò il senso dell’appello del Consorzio Aquis che, al di là del giudizio sulle motivazioni che hanno portato alla sua costituzione, ha tuttavia lanciato un allarme ben diverso dall’ossequiente adagiarsi della CRUI sul disegno di legge governativo: provvedimento che noi invece intendiamo respingere al mittente. Nelle mobilitazioni che già si annunciano intendiamo essere parte attiva, promuovere e stimolare la conoscenza e la critica al progetto. Siamo certi che il Rettore non mancherà di farci avere il suo sostegno nelle occasioni pubbliche di dibattito che pensiamo di promuovere, volte ad analizzarne e contrastarne la logica e gli scopi; e nelle iniziative orientate a far crescere la rete di alleanze che potranno disarticolarlo nel suo percorso. È dunque necessario che il mondo universitario si apra alla società e trovi alleanze nel mondo economico, civile e sociale, così da modificare i punti gravemente contraddittori dei recenti provvedimenti e proposte di legge.

Infine, chiediamo al Rettore che, qualora l’inchiesta della Magistratura porti al rinvio a giudizio del prof. Rossitto, l’Ateneo, in quanto parte lesa, si costituisca in giudizio come parte civile, a difesa – come egli giustamente rileva – di “libertà” e “dignità” di docenti, personale e soprattutto studentesse e studenti che la frequentano e che costituiscono la prima ragione d’essere dell’Ateneo stesso.


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