Rosa senza anima e stadio vuoto La curva contesta squadra e società

Una squadra senz’anima, una curva senz’anima. Uno stadio vuoto. A Palermo continua il rapporto combattuto tra tifoseria, società e giocatori. Se in campo i rosa hanno perso meritatamente contro un’Alessandria sicuramente inferiore sulla carta, ma scesa in Sicilia a giocarsi la partita a viso aperto, sugli spalti i tifosi non hanno fatto attendere la loro reazione. Esternando il loro malumore nei confronti della compagine allenata da Ballardini, di Zamparini e anche dei giornalisti. Una curva semivuota, con qualche sparuto gruppetto di supporters sparso qua e là per tentare di colorare di rosanero il settore. Dall’altra parte, i tifosi ospiti, che hanno sostenuto l’Alessandria per tutta la gara, superando in volume e compattezza quelli locali.

Il Barbera interamente tappezzato di rosa e di nero è solo un lontano ricordo. Quello stadio che incuteva timore a tutti gli avversari lo sembra ancora di più. Adesso sembra quasi che tutte le squadre possano venire sul terreno di gioco del Palermo per fare la partita e, perché no, portare agevolmente a casa risultato e tre punti. La squadra, sottoposta continuamente a pressioni spesso insopportabili, gioca un brutto calcio ed è inutile nasconderlo. E così, dopo il momentaneo 0-2 dell’Alessandria firmato da Marconi, sono partiti fischi e cori, in primis contro Zamparini. I tifosi si sono poi concentrati sulla squadra, chiedendo ai giocatori di mostrare gli attributi. Le reti di Trajkovski e Gilardino, però, non sono servite neppure da magra consolazione. «Meritiamo di più», questo lo slogan principale che si levava dalla curva Nord.

La risposta di Maurizio Zamparini non si è fatta attendere. Il presidente ha definito indegna la prova offerta dai rosa ieri e ha annunciato provvedimenti nei confronti di alcuni giocatori. «Oggi mi sono vergognato – si legge nella nota apparsa sul sito ufficiale della società – per come alcuni giocatori hanno espresso in campo la loro apatia». L’attacco del numero uno di viale del Fante è duro, ma non si ferma qui: «Portare la maglia rosa del Palermo deve essere un onore per qualsiasi giocatore perché è la maglia amata da una delle tifoserie migliori d’Italia». Il presidente se la prende poi con i calciatori scesi in campo: «I giocatori che disprezzano con queste prestazioni la maglia non sono degni di essere più convocati a rappresentare i nostri colori. Prenderò i dovuti provvedimenti». Da riconquistare c’è una tifoseria, compito non facile visto che l’amore dei supporters rosanero nei confronti di Zamparini sembra essere svanito già da diverso tempo.

Al termine della gara, la curva ne ha anche per i giornalisti: «scrivete solo ca…te», l’urlo di un settore semivuoto indirizzato verso la tribuna stampa. Se il Palermo va male, non è certo colpa dei cronisti. Né dei tifosi. Né esclusivamente di squadra, allenatore o società. Si tratta di tutto un insieme di fattori che non consente ai giocatori di giocare con tranquillità e al mister di operare le proprie scelte con serenità. L’ambiente pesantemente teso, poi, contribuisce ancora di più a far sì che il momento dei rosa sia particolarmente delicato. Chi paga il biglietto ha il sacrosanto diritto di contestare, ci mancherebbe. Adesso però la squadra ha bisogno dei suoi tifosi, questo è senza dubbio il momento in cui più che mai si deve stare vicini a un gruppo che sembra sempre più allo sbando.

Luca Di Noto

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