Quasi 26mila euro per condotta negligente. È quanto dovrà pagare Riscossione Sicilia, l’ente che in Sicilia fa le veci di Equitalia, al ministero dell’Economia. La vicenda risale a fine anni Duemila, quando Riscossione avrebbe dovuto mandare – entro il il 31 dicembre 2008 – una cartella esattoriale al Consorzio dell’Area di sviluppo industriale di Palermo.
L’annullamento della cartella esattoriale era avvenuto nel 9 dicembre 2009. A deciderlo era stata la Commissione tributaria provinciale di Palermo, che aveva constatato come l’atto fosse stato notificato soltanto il 13 febbraio 2009. Il primo pronunciamento della Corte dei conti è avvenuta il 10 settembre 2015, che aveva condannato Riscossione Sicilia al risarcimento. Contro la sentenza, la società aveva fatto ricorso, che però adesso è stato rigettato dai giudici presieduti da Giovanni Coppola.
Tra le motivazioni a cui Riscossione si era appigliata per sostenere la propria difesa c’era quella di aver affidato il compito della notifica a un’agenzia esterna. Giustificazione che però non è stata accolta. «La notifica affidata a soggetti esterni non è un obbligo ma una semplice facoltà dell’agente della riscossione che, ove vi faccia ricorso, lo fa a proprio rischio», si legge nella sentenza.
Sintetico il commento dell’attuale presidente di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo. «All’epoca dei fatti non c’ero, ma non posso che trovarmi d’accordo con quanto deciso dai giudici», dichiara a MeridioNews.
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