Un messaggio da parte di «terze persone»: la sicurezza del cantiere in cambio di una «somma di denaro» e di due assunzioni. È la richiesta di pizzo arrivata al titolare di Casa Allegra – museo del vino di Riposto, nel Catanese. A formularla, però, non sarebbe stato un esponente della malavita locale, bensì un architetto dell’ufficio tecnico del Comune ripostese. Lo stesso che si occupa delle pratiche edilizie, in effetti talmente rallentata nel caso del museo da far interrompere il cantiere. Almeno fino a oggi quando, con l’accusa di estorsione in concorso, il funzionario D. F. G. è stato arrestato e trasferito nel carcere di piazza Lanza, insieme a D. G., un uomo con precedenti.
I lavori a Casa Allegra – museo del vino sono cominciati circa un mese fa. Presto sono arrivati anche due avvertimenti, seguiti dalla visita dell’architetto del Comune di Riposto che avrebbe chiesto una somma di denaro e l’assunzione di due operai per conto di altre persone, in cambio della tranquillità nel cantiere. Nello stesso periodo, proprio nell’ufficio tecnico comunale, sarebbero sorti dei rallentamenti burocratici tali da far interrompere i lavori. Una strana coincidenza che ha messo i carabinieri sulle tracce del funzionario D.F.G.. Scoperto nella tarda mattinata di oggi a intascare una tangente di 350 euro – in banconote da 50 euro – dall’imprenditore. Una somma, hanno poi scoperto i militari, che equivaleva alla sola cifra mensile da pagare.
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