Riina jr, le grandi librerie non lo espongono «Ordiniamo il suo libro solo per la pluralità»

Una settimana dopo la vetrina televisiva offerta da Porta a porta, il libro di Salvatore Riina junior non si trova esposto in nessuno degli scaffali delle grandi librerie catanesi. Ma la comune scelta delle catene di distribuzione più conosciute è in parte diversa da quella assunta da alcune realtà più piccole, che hanno aderito all’iniziativa partita dalla libreria Vicolo Stretto di non vendere né ordinare il volume. «Non lo esponiamo ma su espressa richiesta della nostra clientela lo ordiniamo», spiega il responsabile del negozio Mondadori di piazza Roma. Una posizione che resta di dissenso sui contenuti dello scritto «presa per non assumere un ruolo censorio», precisano dal negozio etneo a marchio la Feltrinelli, in via Etnea.

Dalle sedi centrali non è arrivata alcuna indicazione su come comportarsi, fa sapere chi a Catania gestisce le librerie dei grandi marchi. «Non condividiamo il caos generato attorno al libro, che ne aumenta l’interesse per il pubblico – spiega Saro Antonio Guarrera, responsabile del negozio Mondadori – Dopo una breve riflessione abbiamo scelto una posizione chiara ma meno rumorosa». Quella di divulgarlo, ma solo su espressa ordinazione. Senza esporlo sugli scaffali né pubblicizzarne in altro modo l’uscita: «Riteniamo più rispettoso nei confronti dei lettori lasciare a ciascuno la scelta, libera e consapevole, di leggere o meno questo libro», aggiungono dal negozio la Feltrinelli che ha sposato la stessa politica dei concorrenti.

Finora in entrambe le librerie sono state due le richieste di informazioni e soltanto una l’ordinazione effettuata. «Preferiamo dare più spazio alle pubblicazioni che trattano la mafia in maniera critica, come quelle scritte da magistrati – aggiunge Guarrera – invece che a quelle firmate da politici o personaggi che non si capisce bene da che parte stanno nella lotta a Cosa nostra». In quest’ultima categoria è stato messo il racconto che Riina junior fa dell’amorevole lato paterno del padre Totò, il pluriergastolano boss di Cosa nostra – definito il capo dei capi – condannato per le stragi mafiose di Capaci, via D’Amelio e viale Lazio. «Bisogna instillare nel lettore la consapevolezza di dove stia il bene e il male, senza intorbidire le acque dell’antimafia – continua – E la mafia raccontata da Riina non rispetta la nostra linea».

La stessa politica riguardo alla divulgazione è stata tenuta in passato anche su altri titoli, che però la Mondadori non specifica. Mentre dalla libreria la Feltrinelli sostengono essere la prima volta che ciò accade: «Siamo da sempre sinonimo di pluralismo d’opinione e di libertà di coscienza. La presenza di questo libro sui nostri scaffali è da intendersi in coerenza a questi valori», spiegano. Negli spazi espositivi di piazza Roma, ordinati ma lasciati in disparte sono invece i libri di Bruno Vespa, il giornalista contestato per avere ospitato in prima serata Riina jr, condannato in via definitiva a otto anni e dieci mesi per associazione mafiosa: «Una scelta – secondo Guarrera – che dimostra come ai piani alti non c’è la vera intenzione di combattere la mafia».


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