La rivoluzione nel sistema di gestione di raccolta dei rifiuti comincia Messina con la pubblicazione su Gazzetta Ufficiale europea di due gare d’appalto da 10 milioni di euro. La prima riguarda i veicoli da utilizzare a partire dalla prossima primavera per raccogliere i rifiuti in città. La seconda è rivolta all’acquisto dell’attrezzatura da distribuire ai cittadini per avviare il porta a porta e consentirgli così di differenziare i rifiuti per genere. Il 70 per cento dei veicoli sarà sostituito eliminando i camion acquistati dal Comune o da Messinambiente, perché si tratta di mezzi arrivati al collasso, come ha dimostrato l’ultima crisi del settore.
Le due gare d’appalto rispondono alla necessità di avviare quel cambiamento del sistema di raccolta che da anni si auspica in città. Non è possibile allo stato attuale acquistare i nuovi mezzi, perché il destino di Messina servizi non è ancora chiaro. Due pareri, quello del segretaria comunale Rossana Carruba e quello della Corte dei Conti hanno infatti stabilito che, con il fallimento di Messinambiente (la società partecipata che gestiva il sistema della raccolta rifiuti in città, ndr), Messina Servizi (la nuova società che ha assorbito il personale e ha avuto in carico lo svolgimento del servizio nel settore, ndr) non possa subentrare perché è applicabile la legge Madia. La norma prevede che «nei cinque anni successivi alla dichiarazione di fallimento di una società in controllo pubblico titolare di affidamenti diretti, le amministrazioni pubbliche controllanti non potranno costituire nuove società, né acquisire partecipazioni in società già costituite o mantenere partecipazioni in società qualora le stesse gestiscano i medesimi servizi di quella dichiarata fallita».
La messa in liquidazione della Messinaservizi, tuttavia, è stata stoppata dal consiglio comunale. I dubbi dell’aula consiliare riguardano i due pareri perché potrebbero, secondo il consiglio comunale, essere stati falsati da un’erronea formulazione del quesito presentato all’organo di revisione contabile. «Il primo cittadino nella richiesta ha parlato di Messinambiente come di una società in house providing, esattamente come Messina Servizi, ma non è così», ha spiegato in aula la consigliera comunale Antonella Russo. Da qui il dubbio dell’aula che la legge Madia non sia effettivamente applicabile. Ecco perché il consiglio ha deciso di chiedere ulteriori pareri.
A chiarire i dubbi saranno la sezione consultiva del consiglio di giustizia amministrativa e il ministero della Pubblica amministrazione. La decisione del civico consesso ha inizialmente indispettito l’assessora al ramo Dafne Musolino che, dopo un’iniziale muro contro muro, ha aperto uno spiraglio affermando che «la predisposizione della delibera di liquidazione della Messinaservizi verrà approntata, ma aspetteremo i pareri che l’aula ha richiesto prima di sottoporla al voto dell’aula».
In attesa di conoscere il proprio destino, Messina servizi prosegue sulla strada che prevede una nuova gestione del servizio di raccolta rifiuti. Da qui la necessità di pubblicare i bandi che prevedono l’affitto di 111 veicoli di vario genere e nove spazzatrici senza autista che verranno affittati per due anni a circa cinque milioni di euro. Saranno invece acquistate le attrezzature distribuite ai cittadini, si parla di 350mila pezzi tra contenitori bidoni e cassonetti per un valore complessivo di quattro milioni e mezzo di euro. Le modalità per presentare le proposte si trovano sul sito di Messina servizi. L’apertura delle buste con le offerte è prevista il 18 febbraio per le attrezzature e il 4 marzo per il noleggio dei mezzi.
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