«Per fare l’albero…ci vuole il compost». Si chiamava così il primo progetto di compostaggio domestico proposto dalla Società Palermo Ambiente S.p.A. (ATO Rifiuti Palermo ed Ustica) e dall’Agenzia regionale rifiuti ed acque (Arra), che nel 2008 ha finanziato la fornitura di 1855 compostiere domestiche, con relativi secchielli sottolavello e kit di avviamento, destinate agli utenti dell’ATO PA3, per i Comuni appunto di Palermo ed Ustica. Un’iniziativa che puntava a ridurre la produzione dei rifiuti e contenere i costi di smaltimento, coinvolgendo in prima persona i cittadini con una partecipazione attiva sul tema rifiuti. Una fornitura che copre un primo step di avviamento che prevede la distribuzione di 1621 compostiere da 310 litri destinate al capoluogo e di 234 compostiere destinate all’intero territorio di Ustica.
L’impiego di questi strumenti permetterebbe l’applicazione della tariffa in misura ridotta del 90 per cento, nella quota variabile, alle utenze domestiche che avviano il compostaggio domestico dei propri scarti organici, per utilizzi in sito del materiale prodotto. Un vantaggio non da poco e che oltre tutto potrebbe anche servire da stimolo, sempre col fine ultimo di ridurre la produzione di rifiuti e contenere i costi. «Quanto di queste compostiere sono state affidate in comodato e quante risultano ancora in carico alla società?», ha chiesto il consigliere comunale del M5s Antonino Randazzo. E Palermo Ambiente Spa ha prontamente risposto: «Sono 930 le compostiere che risultano assegnate in comodato d’uso al Comune di Palermo, 200 quelle assegnate a Ustica. E 725 si trovano in giacenza nel deposito Rap», fa sapere il commissario straordinario di Ato Pa 3 Natale Tubiolo.
«Si faccia in modo di arrivare a trovare nuove forme per informare la cittadinanza di questo progetto – osserva Randazzo -, magari utilizzando un punto informativo e di promozione proprio dentro il Centro comunale di raccolta di viale dei Picciotti inaugurato a fine dicembre. Questa è la richiesta che ho fatto a Palermo Ambiente e alla Rap, nella speranza che venga presa in considerazione e venga accolta», nell’ottica di mettere a punto un modo sempre più concreto, pratico e vantaggioso di ragionare in tema di rifiuti, smaltimento e differenziata. Partendo, innanzitutto, dal mettere al corrente i cittadini dell’esistenza di queste compostiere, la maggior parte ancora mai utilizzate, e dei benefici che potrebbero trarsi con la loro messa in funzione qualora le famiglie decidano di aderire al progetto. Se si è arrivati a dimenticare in un magazzino oltre settecento compostiere per un lasso di tempo tanto esteso, dieci anni, potrebbe essere dipeso dalla «mancanza di richiesta da parte delle persone o non adeguate campagne di informazione del progetto». Due aspetti, che facendo adesso un bilancio, appaiono strettamente interconnessi e per i quali ora si cerca una soluzione che permetta di invertire la rotta.
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