La forma d’arte antica della calligrafia e quella alternativa del rap si fondono in una mostra che omaggia la parola nella sua accezione grafica e sonora
Quando la calligrafia incontra il rap In mostra le opere di Lino Ganci
Accade sempre più spesso che lo sconfinato mondo dell’arte offra occasioni di incontro e confronto tra diversi stili e generi, sperimentando connubi inusuali ed efficaci. Ne è un esempio The Lost Tape, la mostra di Lino Ganci a cura di Federico Lupo attualmente in corso presso Azoto, in via Garzilli a Palermo.
Segno particolare di questa mostra è avere unito insieme due forme artistiche che mettono in primo piano la parola come mezzo e fine comunicativo: la calligrafia e il rap. Dai manoscritti miniati alla cultura undergrond, la calligrafia viene reinterpretata non perdendo mai di vista la sua lunga e storica tradizione, ma si evolve in forme alternative che anzi ne consentono la riscoperta e la conoscenza ai non addetti ai lavori.
Ganci utilizza stili grafici storicizzati e di sua reinterpretazione per riproporre frasi tratte da brani del repertorio rap e hip hop della scena indipendente italiana: Mistaman, Ghemon, Stokka & MadBuddy e Bras sono alcuni degli artisti di cui il calligrafo riscrive le parole con stampatelli e corsivi insoliti ed eleganti.
The Lost Tape è il frutto dei tanti interessi che da anni Ganci coltiva e che adesso trovano luce in un lavoro di sintesi distintivo e personalizzato: «Il mio approccio strutturato alla calligrafia è piuttosto recente, e coincide con la frequentazione del corso triennale a Venezia con Monica Dengo. Tuttavia – continua Ganci – la passione per la scrittura è molto più radicata nel passato e si nutre dell’interesse per le arti grafiche e gli studi di comunicazione. Dalla metà degli anni Novanta coltivo la passione per la cultura hip hop e la musica rap, italiana in particolare. In questo lasso di tempo ho avuto modo di assistere e vivere i momenti di gloria e quelli più bui di un genere forte, controverso, dai mille volti».
Per le opere in mostra, Ganci ha utilizzato strumenti e stili diversi: dai pennini a punta tronca alle penne di latta auto-costruite, dallo stile italico a quelli più sperimentali e moderni. «The Lost Tape è una piccola compilation di brani vecchi e nuovi – spiega Ganci – in alcuni casi inediti, ma a loro modo sempre attuali, è una cassetta persa e ritrovata che restituisce uno dei tanti spaccati possibili di un genere musicale nuovo ma che inizia ad avere già una sua storia, è un esperimento di fusione del segno sonoro con quello visivo, rendendo omaggio a uno dei movimenti culturali, quello hip hop, più originale degli ultimi trent’anni».
La mostra sarà visitabile fino al 30 luglio, su appuntamento.