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Uno scritto ingenuo, a tratti zeppo di disinformazione e basato su una fonte sbagliata: quella del suo avversario politico perdente. Lo scrive il primo cittadino del Comune del Messinese che ha dato mandato al proprio legale di querelare il giornalista Antonio Mazzeo per la sua inchiesta sulle presunte infiltrazioni mafiose nella politica e nella società del paese. Quattordici pagine di risposta, tra accuse e smentite, «per difendere il buon nome e l’onorabilità dei suoi abitanti»

Uno scritto ingenuo, a tratti zeppo di disinformazione e basato su una fonte sbagliata: quella del suo avversario politico perdente. Lo scrive il primo cittadino del Comune del Messinese che ha dato mandato al proprio legale di querelare il giornalista Antonio Mazzeo per la sua inchiesta sulle presunte infiltrazioni mafiose nella politica e nella società del paese. Quattordici pagine di risposta, tra accuse e smentite, «per difendere il buon nome e l’onorabilità dei suoi abitanti»

Uno scritto ingenuo, a tratti zeppo di disinformazione e basato su una fonte sbagliata: quella del suo avversario politico perdente. Lo scrive il primo cittadino del Comune del Messinese che ha dato mandato al proprio legale di querelare il giornalista Antonio Mazzeo per la sua inchiesta sulle presunte infiltrazioni mafiose nella politica e nella società del paese. Quattordici pagine di risposta, tra accuse e smentite, «per difendere il buon nome e l’onorabilità dei suoi abitanti»

Uno scritto ingenuo, a tratti zeppo di disinformazione e basato su una fonte sbagliata: quella del suo avversario politico perdente. Lo scrive il primo cittadino del Comune del Messinese che ha dato mandato al proprio legale di querelare il giornalista Antonio Mazzeo per la sua inchiesta sulle presunte infiltrazioni mafiose nella politica e nella società del paese. Quattordici pagine di risposta, tra accuse e smentite, «per difendere il buon nome e l’onorabilità dei suoi abitanti»

Giustizia per Emanuele Scieri

Sono stati condannati i due ex caporali Alessandro Panella e Luigi Zabara. Finisce così il processo di primo grado con rito ordinario per l’omicidio volontario aggravato del parà siracusano Emanuele Scieri, avvenuto all’interno della caserma Gamerra di Pisa nell’agosto del 1999. Per loro il procuratore Alessandro Crini aveva chiesto rispettivamente una condanna a 24 anni e 21 anni, […]

Catania archeologica, l`occasione mancata

In una nota protocollata al Comune etneo a metà gennaio l'associazione di piazza Federico di Svevia chiede di gestire il bene del XII secolo, abbandonato, per garantirne «a titolo gratuito e senza scopo di lucro, la fruibilità». Adesso interrotta dal cambio del lucchetto del cancello da cui vi si accede e dalle divergenze con uno degli abitanti, che risponde: «C'era il rischio per la pubblica incolumità»

I processi a Raffaele Lombardo