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Processo Open Arms, chiesta condanna a sei anni per Salvini. «Con lui caos istituzionale»

Condannare Matteo Salvini a sei anni. Questa la richiesta, al termine della requisitoria nell’aula bunker del carcere Pagliarelli, nel processo in cui l’attuale ministro delle Infrastrutture e leader della Lega è imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere impedito, cinque anni fa, lo sbarco di 147 migranti che si trovavano a bordo della ong spagnola Open Arms. Dopo la ricostruzione del contesto normativo nazionale e sovranazionale, che regola la gestione dei migranti, sono state analizzate le varie fasi della vicenda, cominciata l’1 agosto 2019 quando Salvini era ministro dell’Interno. La sostituta, Giorgia Righi, ha ripercorso le dichiarazioni fatte dai testimoni sentiti nelle scorse udienze e citato i documenti acquisiti agli atti del processo. «Tutti i funzionari, i ministri, i testimoni che abbiamo sentito hanno detto di non sapere se a bordo della Open Arms ci fossero stati terroristi, armi o materiale propagandistico. Anche i riferimenti ai tentativi di ridistribuzione dei migranti prima del rilascio del pos (dall’inglese place of safety, ossia porto sicuro, ndr) non può funzionare: non ci può essere subordinazione del rispetto diritti umani e alla ridistribuzione dei migranti. Prima si fanno scendere i migranti e poi si ridistribuiscono: altrimenti si rischia di fare politica su gente che sta soffrendo», ha spiegato durante il suo intervento il pm Calogero Ferrara.

Introduzione alla requisitoria contestata, durante una pausa, da Giulia Bongiorno, avvocata di Salvini. «Il pm sta procedendo a una requisitoria contro il decreto sicurezza bis, che è un atto del governo, contro la linea politica prima redistribuire e poi sbarcare. Ha proprio espresso un giudizio di grande contestazione di questa linea. Sapete perfettamente che anche in dichiarazioni pubbliche è stata una linea portata avanti da tutto il governo, anche dallo stesso premier di allora (Giuseppe Conte, ndr)». Nell’agosto del 2019 le condizioni dei migranti a bordo della nave della ong spagnola, in attesa dello sbarco, «erano pessime». A dirlo nel corso della sua requisitoria è stata la pm Righi. «Il 14 agosto iniziò lo scambio epistolare tra l’allora premier Conte e il ministro Salvini. Conte inviò la prima lettera a Salvini sui soggetti minorenni e lo invitava ad adottare i provvedimenti adeguati». Poi la magistrata ha ricordato le testimonianze di medici e organizzazioni umanitarie. «A bordo c’era sconforto; con migranti con la scabbia e alcuni che avevano il timpano perforato» Le pessime condizioni psicofisiche a bordo sono state confermate anche dal medico di bordo. Per la procuratrice aggiunta, Marzia Sabella, che si è occupata dell’ultima parte della requisitoria, «le posizioni del ministro Salvini diedero luogo a un caos istituzionale», una situazione che avrebbe portato «ad approntare soluzioni di fortuna». A ritrovarsi in una condizione di «estrema difficoltà» fu la Guardia costiera.

Salvini oggi non era presente in aula ma ha comunque commentato tramite i suoi canali social. «Oggi a Palermo la pubblica accusa farà le sue richieste al processo che mi vede imputato per sequestro di persona. Rischio fino a quindici anni di carcere per aver mantenuto la parola data agli elettori. Rifarei tutto: la difesa dei confini dai clandestini non è reato. Avanti tutta, senza paura».


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