Una doppia condanna per associazione mafiosa e un’assoluzione. Questo l’esito del processo con rito ordinario per la famiglia Zuccaro scaturito dall’inchiesta antimafia Zeta di quattro anni fa. Per il capomafia ergastolano Maurizio Zuccaro è stata comminata una condanna a 20 anni. L’uomo è il cognato di Vincenzo Santapaola e nipote del capomafia Nitto Santapaola. Zuccaro, classe 1961, è ritenuto uno degli esponenti di punta della famiglia di Cosa nostra catanese. Nel 1996, insieme ad altri affiliati, si occupò dell’omicidio di Luigi Ilardo, il pentito che si era ritagliato un ruolo e che da infiltrato ha portato i carabinieri al covo dell’allora latitante Bernardo Provenzano. Per questa vicenda, nel 2020, Zuccaro ha rimediato una condanna definitiva all’ergastolo.
Tredici gli anni di condanna, sempre per mafia, per il figlio Rosario Zuccaro. Assolto con la formula «per non avere commesso il fatto» Filippo Zuccaro, noto nel panorama musicale come Andre Zeta. Il cantante subito dopo la lettura del dispositivo da parte del giudice ha pubblicato una storia sul suo profilo Instagram, taggando il nostro giornale. «Dopo quattro anni di sofferenze – si legge – di attacchi mediatici, dopo che sono passato all’occhio di tutta Italia per una mafioso, sono stato assolto da tutto». Il cantante ha annunciato anche la pubblicazione di un comunicato stampa e di una videodichiarazione. Il 31 marzo prossimo sarà in scena al teatro Metropolitan per un concerto mentre rimane ancora sotto processo, insieme al neomelodico Niko Pandetta, per le offese e le minacce a MeridioNews dopo la pubblicazione di un approfondimento video sulla musica neomelodica a Catania.
Nel processo scaturito dall’inchiesta Zeta è stata assolta anche Michela Gravagno. La donna, difesa dall’avvocato Salvatore Catania Milluzzo, era accusata di intestazione fittizia di beni. Sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori era finita la società Mediterraneo job e la gestione di un ristorante nel borgo marinaro di San Giovanni li Cuti, a Catania. Doppia assoluzione anche per Giovanni La Spina, figlio dell’ex consigliere comunale di Misterbianco Riccardo. L’uomo era accusato di associazione mafiosa e di estorsione. Secondo gli inquirenti, insieme a Maurizio e Rosario Zuccaro, si sarebbe adoperato per ottenere il servizio di sicurezza all’interno della discoteca Ecs Dogana. L’accusa però non ha retto e La Spina è stato ritenuto innocente con la formula «per non avere commesso il fatto».
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