Prima udienza e questioni preliminari per il caso giudiziario che vede coinvolto, come imputato, l’ex assessore al Bilancio del Comune di Catania Giuseppe Girlando. Accusato dalla procura di Catania di tentata concussione aggravata nell’ambito di un’inchiesta sul caso dell’azienda della pubblica illuminazione Simei. Il dibattimento, dopo il rinvio a giudizio arrivato ad aprile scorso, si aprirà durante la prossima udienza, mentre l’appuntamento di oggi è rimasto riservato alle questioni iniziali. Tra queste c’è il ruolo che Palazzo degli elefanti reciterà nel processo. Come già avvenuto in udienza preliminare anche nel corso del primo grado il Comune sarà responsabile civile. Ovvero il soggetto che, pur non avendo commesso il reato, potrebbe essere tenuto a risarcire eventuali danni alle parti. Quella del municipio etneo, rappresentato dall’avvocato Walter Perez, però sarà una doppia veste: la giudice Maria Pia Urso ha accolto, a margine della camera di consiglio, la richiesta di costituzione come parte civile. Quindi come soggetto che si ritiene danneggiato dalla condotta del suo ex inquilino.
Secondo la procura – l’accusa è in mano al sostituto procuratore Fabio Regolo – Girlando avrebbe abusato della sua posizione di assessore della giunta di Enzo Bianco per convincere il direttore generale di Simei, Gianluca Chirieleison a svolgere il ruolo di intermediario nei confronti del consigliere comunale di Fratelli d’Italia Manlio Messina. Secondo i magistrati l’obiettivo del tecnico sarebbe stato quello di evitare ostacoli in Consiglio comunale per l’approvazione della cosiddetta delibera Sostare, da lui stesso presentata. Un passaggio che avrebbe avuto poi come conseguenza l’eventuale sblocco della transazione riguardante Simei. Ditta oggi fallita ma che vantava nei confronti del Comune un credito di poco inferiore ai quattro milioni di euro.
Il faccia a faccia tra Girlando e Chirieleison viene registrato da quest’ultimo e poi consegnato alle forze dell’ordine. Secondo Carmelo Peluso, legale dell’ex assessore, «la condotta contestata non ha determinato in alcuna maniera danni alla Simei spa». La mancata definizione dell’accordo con l’azienda, secondo il difensore non sarebbe dipesa dall’allora assessore ma dalla «indisponibilità di Enel Sole», che in quel periodo lavorava con Simei, «a sottoscrivere l’accordo transattivo autorizzato dal collegio di difesa del Comune di Catania». La giudice ha accolto anche la costituzione di parte civile di Chirieleison, Maria Ferranti, moglie di quest’ultimo e socia nell’azienda, e della società Simei attraverso il suo curatore fallimentare Gaetano Cocuzza.
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