I reati contestati sono associazione mafiosa, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi, estorsione e intestazione fittizia. Nell'operazione, conclusa lo scorso 9 luglio, è coinvolto anche Orazio Benedetto Cocimano, ritenuto dal 2009 responsabile dell'ala militare del clan etneo
Il processo Ghost, chiesti 368 anni di carcere Imputato Cocimano, reggente dei Santapaola
Una nuova maxi stangata per la mafia catanese. È quella che chiedono i magistrati Iole Boscarino e Rocco Liguori per i 33 imputati del processo con rito abbreviato davanti il giudice Flavia Panzano denominato Ghost, dal nome dell’operazione, eseguita dagli uomini della squadra mobile sotto il coordinamento della direzione distrettuale antimafia etnea, che si concluse il 9 luglio dello scorso anno. A finire nella rete degli investigatori era stato il nuovo organigramma della famiglia mafiosa di Cosa nostra dei Santapaola con in testa Orazio Benedetto Cocimano, ritenuto a partire dal 2009, il nuovo reggente operativo dell’ala militare. Proprio il boss, fino al periodo del suo ultimo arresto datato dicembre 2011, sarebbe stato il successore di Santo La Causa; l’ex capomafia finito in manette il 9 ottobre 2009 e poi pentitosi a distanza di tre anni.
Benedetto Cocimano, sui cui pende una richiesta di condanna a 12 anni di carcere, è uno dei personaggi chiave tra i seguaci di Nitto Santapaola. Negli anni ’90 inserito nel gruppo del boss Maurizio Zuccaro è attualmente imputato in un altro processo perché ritenuto dagli inquirenti uno dei sicari di Luigi Ilardo, l’infiltrato in Cosa nostra, ammazzato il 10 maggio 1996 a Catania, che pochi mesi prima aveva guidato gli uomini del Ros nelle campagne di Mezzojuso fin dentro il covo dell’allora super latitante Bernardo Provenzano.
Alla sbarra nel processo ci sono sopratutto diversi trafficanti di droga e numerosi gregari attivi all’interno delle piazze di spaccio della famiglia Santapaola. Nomi e cognomi che negli scorsi mesi sono stati indicati anche da Fabrizio Nizza, ex affiliato fatto uomo d’onore che ha però deciso di fare un passo indietro scegliendo di collaborare con i magistrati. Tra questi il fratello Daniele, responsabile di Librino, Rosario Lombardo del gruppo del quartiere San Cristoforo, il genero di quest’ultimo Francesco Belviso e Giuseppe Boncaldo. Per loro le richieste vanno da 12 ai 20 anni di reclusione.
Nel periodo delle indagini, all’interno di due abitazioni, vennero sequestrati diversi chili di droga oltre ad armi e munizioni. A fare da custodi sarebbero stati Giovanna La Mattina (richiesti 12 anni di carcere) e il figlio Antonino Marletta (16 anni la condanna richiesta dall’accusa). Tra gli imputati c’è anche Davide Seminara, diventato recentemente collaboratore di giustizia.
Le richieste: Massimiliano Alessi detto U spiddu (16 anni e 4000 euro di multa), Salvatore Bruno detto Salvuccio (16 anni), Orazio Benedetto Cocimano (12 anni e 6000 euro di multa), Concetto Caratozzolo (2 anni), Ignazio Cavallaro (6 mesi), Salvatore Ottavio Papale (10 anni e 9000 euro di multa), Giuseppe Scaletta (10 anni e 6000 euro di multa), Lorenzo Michele Schillaci (10 anni e 6000 euro di multa), Giuseppe Felice (10 anni e 6000 euro di multa), Daniele Nizza (20 anni), Rosario Lombardo detto Saru u rossu (20 anni), Giuseppe Boncaldo detto Bicicletta (16 anni), Giovanni Catalano (16 anni), Marcel Diaccioli (16 anni), Davide Salvatore Licciardello (16 anni), Orazio Mantello (16 anni), Antonino Mascali (16 anni), Antonino Marletta (16 anni), Carmelo Migliorino detto tony (16 anni), Raimondo Santonocito (16 anni), Francesco Belviso detto Niki niki (12 anni), Giovanna La Mattina (12 anni), Giuseppe Valentino Caltabiano detto Peppe u biondu (12 anni), Jonathan Fichera (11 anni e 8 mesi), Francesco Scuderi (11 anni e 8 mesi), Andrea Vitale (11 anni e 8 mesi), Salvatore Scavone (11 anni e 8 mesi), Cesare Marletta (8 anni e 27000 euro di multa), Giuseppe Migliorino (2 anni e 5000 euro di multa), Carmelo Motta (2 anni e 5000 euro di multa), Davide Seminara (3 anni). Chiesta l’assoluzione per Agata Caratozzolo e Concettina Palumbo.