Un vizio di notifica è il cavillo che ha fatto rinviare l’udienza preliminare del processo per violenza sessuale su minori in cui è imputato l’ex cappellano militare 67enne Salvatore Cunsolo. Tutto è nato dalla querela di un giovane di Francofonte (nel Siracusano), oggi 23enne, che ha denunciato di avere subito abusi da parte del prete da quando […]
Cappellano militare accusato di violenza sessuale su minori, salta l’udienza. Vittima: «La prima volta avevo nove anni»
Un vizio di notifica è il cavillo che ha fatto rinviare l’udienza preliminare del processo per violenza sessuale su minori in cui è imputato l’ex cappellano militare 67enne Salvatore Cunsolo. Tutto è nato dalla querela di un giovane di Francofonte (nel Siracusano), oggi 23enne, che ha denunciato di avere subito abusi da parte del prete da quando aveva nove anni e fino al compimento della maggiore età, per quasi un decennio. Cresciuto con la nonna anziana e malata – dopo la morte del padre e il trasferimento fuori dall’Isola della madre – il ragazzo, fin dall’infanzia si sarebbe legato alla figura di Cunsolo. Il prete, adesso in pensione, per un periodo avrebbe continuato a celebrare la messa dall’altare maggiore della chiesa madre di Francofonte pur senza alcun incarico. Era stato poi il vescovo di Piana degli Albanesi a sospenderlo dallo stato clericale.
Dopo la richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura di Siracusa, l’udienza preliminare era stata fissata per oggi. A rilevare un vizio di notifica al secondo difensore nominato dal cappellano militare (che oggi era presente nell’aula del tribunale aretuseo) è stata l’avvocata che – insieme al collega Giovanni Di Giovanni – assiste la vittima, Eleana Paralisiti Molica. La stessa legale che è al fianco del giovane archeologo che ha denunciato le violenze subite quando era minorenne dal sacerdote Giuseppe Rugolo a Enna. A difendere sia lui che Cunsolo è l’avvocato Antonino Lizio, che con i due preti condivide un lungo passato in abito talare. In seguito al rinvio tecnico, l’udienza preliminare è stata spostata a martedì 30 gennaio. In quella occasione, il giudice per le indagini preliminari Andrea Migneco dovrà sciogliere la riserva sulla richiesta di incidente probatorio avanzata dal pubblico ministero Stefano Priolo di sentire la vittima. Una richiesta a cui non si sono opposti gli avvocati di parte civile.
Prima di denunciare gli abusi subiti dall’allora parroco della chiesa madre di Francofonte ai poliziotti della squadra mobile di Siracusa, la vittima avrebbe esposto tutto al vescovo della diocesi di Siracusa. Francesco Lomanto aveva avviato il processo canonico (che è ancora in corso), informato il Dicastero della dottrina della fede a Roma e aveva anche personalmente voluto accompagnare il giovane a depositare la denuncia. «La prima volta che don Salvatore Cunsolo ha abusato di me – ha scritto il giovane qualche giorno fa sul suo profilo Facebook – avevo solo nove anni ed è successo a casa sua. Oggi – continua il post social della vittima – ho deciso di metterci la faccia per provare a tenere a bada gli incubi che quest’uomo ha causato al mio equilibrio esistenziale. Comunque vada, io ho il cuore sereno di avere fatto la cosa giusta per proteggere anche i tanti che hanno taciuto e a cui dico di denunciare».