«In Italia non esistono numeri certi sui minori abusati dal clero. Si parla del singolo caso, senza mai unire i punti per mostrare quanti singoli casi ci siano». E a unire questi punti adesso ci ha pensato Rete l’abuso pubblicando la piattaforma Spotlight on italian survivors. Tra i sopravvissuti, del resto, c’è anche il fondatore e […]
La mappa dei preti pedofili in Sicilia: «Non sono singoli casi, ma un fenomeno da monitorare»
«In Italia non esistono numeri certi sui minori abusati dal clero. Si parla del singolo caso, senza mai unire i punti per mostrare quanti singoli casi ci siano». E a unire questi punti adesso ci ha pensato Rete l’abuso pubblicando la piattaforma Spotlight on italian survivors. Tra i sopravvissuti, del resto, c’è anche il fondatore e presidente Francesco Zanardi che, quando aveva undici anni, è stato lui stesso vittima degli abusi di un sacerdote. «Sono dati che raccogliamo da più di 15 anni – spiega a MeridioNews – Abbiamo deciso di pubblicarli innanzitutto come atto di denuncia». Ma non solo, l’obiettivo del database in continuo aggiornamento è soprattutto quello di rendere i dati consultabili da tutti «per mostrare l’entità di un fenomeno troppo spesso dimenticato, quando non occultato – lamenta Zanardi al nostro giornale – dalle istituzioni». Stando ai dati forniti dall’osservatorio permanente, che sono in linea anche con quelli della Conferenza episcopale italiana (Cei), la Sicilia è al secondo posto, con 92 sacerdoti coinvolti in vicende di abusi sessuali su minorenni. Peggio fa solo la Lombardia, dove se ne contano 137. Numeri che non prendono in considerazione catechisti, educatori, animatori e altri volontari laici che orbitano nell’ambiente ecclesiastico.

Abusi sessuali su minori, perfino su ragazzini e ragazzine affetti da disturbi psichici; molestie, violenze e in un caso anche sfruttamento della prostituzione minorile. Nell’Isola, 58 di questi preti pedofili sarebbero rimasti ancora sommersi. Solo in caso, un sacerdote avrebbe patteggiato la pena, mentre un procedimento si sarebbe concluso con l’accordo tra le parti. Attualmente un prete risulta denunciato, sette indagati, tre condannati in primo grado, tre in secondo grado e 18 in via definitiva. Dall’altro lato ci sono le vittime: 150 in tutto in Sicilia, 128 uomini (di cui due adulti vulnerabili) e 22 donne. Nella conta di quelli che Rete l’abuso chiama sopravvissuti ci sono 138 vittime di sacerdoti. Ce ne sono poi dieci che gli abusi li avrebbero subiti invece da catechisti e due da laici legati al mondo religioso. «Nella mappa degli abusi – spiega Zanardi al nostro giornale – abbiamo segnato in rosso i casi di condanna di terzo grado, di patteggiamento e i sacerdoti reo confessi. Di colore giallo abbiamo segnato le vicende che sono ancora in attesa di giudizio o quelli di cui non si è più saputo nulla. I quadratini blu – aggiunge il presidente di Rete l’abuso – indicano le comunità di recupero per preti con problemi di questo tipo».

Un database completo che sarà aggiornato di caso in caso. «Un luogo fisico – aggiunge Zanardi – che raccoglie, traccia e monitora gli abusi sessuali del clero ai danni di bambini e ragazzini». Numeri e grafici, divisi per provincia, con nomi e luoghi. «Una forma che tende a dare, già subito con un colpo d’occhio – sottolinea – un’idea della vastità del fenomeno tra sacerdoti potenziali offender e vittime sopravvissute». Più di due anni fa, anche la Cei siciliana ha creato il Centro di ascolto per gli abusi sessuali sui minori con il servizio attivo in tutte le 18 diocesi dell’Isola. Molte delle quali, anche di recente, sono state toccate da vicende del genere: dalla condanna per violenza sessuale aggravata ai danni di minori di don Giuseppe Rugolo a Enna al processo all’ex cappellano militare di Francofonte Salvatore Cunsolo (nel Siracusano) per gli abusi sessuali a un giovane per quasi dieci anni. Meno recenti sono, per esempio, la condanna per violenze sessuali ai danni di un minore, durante un viaggio a Gerusalemme, del parroco della chiesa madre di Randazzo (nel Catanese) Vincenzo Calà Impirotta e quella di Pio Guidolin, il sacerdote della chiesa Santa Croce al Villaggio Sant’Agata a Catania poi destituito dal ruolo di prete. Solo per citarne alcuni. Tutti adesso sono raccolti in Spotlight on Italian survivors.