Il Pua – acronimo del piano urbanistico attuativo Catania Sud – continua a non avere vita facile. Nonostante proclami, annunci e speranze sindacali, sul progetto incombe un grosso punto interrogativo. Dopo le ombre della sentenza Lombardo e l’esposto in procura del comitato che si oppone alla realizzazione, il progetto di riqualificazione del litorale della Playa di Catania, su cui è previsto un investimento privato della società Stella Polare srl da 500 milioni di euro, adesso si scontra frontalmente con il parere del Consiglio regionale urbanistica. Dettagli e tecnicismi che hanno declassato il progetto a piano di lottizzazione e che avranno, nonostante i vari punti non siano vincolanti ma indicativi, delle ripercussioni sugli eventuali lavori a partire proprio dall’imponente progetto. La spinosa vicenda adesso finirà su numerose scrivanie. Da quella dell’imprenditore veneto Renzo Bissoli, ideatore e promotore del progetto, fino a quelle istituzionali del sindaco di Catania Enzo Bianco e di Maurizio Croce, assessore regionale all’Ambiente fresco di nomina nella nuova giunta Crocetta, dopo la breve apparizione del giovane ragusano Piergiorgio Gerratana che sostituì a metà settembre Mariarita Sgarlata.
I principali intoppi al progetto, secondo il comitato No Pua, potrebbero arrivare da due passaggi fondamentali. Innanzitutto la vendita dei terreni. «Le aree – spiegano – essendo sottoposte a vincolo paesaggistico non possono essere espropriate per interesse pubblico ma acquistate direttamente dai privati, e questo potrà far lievitare anche i costi». E poi le concessioni edilizie. «Il Consiglio afferma chiaramente che prima devono essere fatte tutte le opere di urbanizzazione come strade, illuminazione e fogne e soltanto successivamente, se sarà tutto a norma, verranno rilasciate le concessione edilizie».
Riqualificazione, appunto, come una «passeggiata a piedi e tramite bus navetta». Ecco perché, secondo il consiglio regionale, «la realizzazione di nuovi impianti di distribuzione di carburante appare in contrasto con tale strategia». Nella lista delle indicazioni vengono sottolineate anche le distanze che dovranno avere alberghi e impianti sportivi per limitare l’impatto paesaggistico. Su viale Kennedy dovranno essere realizzati a «300 metri dalla battigia», stesso discorso per gli alberghi con alcune disposizioni sull’altezza: «Entro la fascia di 500 metri dovranno avere altezza massima di otto metri al fine di mitigare l’interferenza visiva». Tra le varie indicazioni progettuali del Cru numerosi punti sono dedicati al verde: «Quello esistente – si legge nel parere – dovrà essere mantenuto e potenziato con piantumazione di alberi, arbusti e piante acquatiche».
«Da parte nostra – spiega Nello Papandrea, l’avvocato che cura gli interessi del comitato cittadino – non c’è nessun ripensamento. La valutazione su quest’opera rimane negativa. Ci sono valutazioni di merito riguardo la sua utilità ma anche di natura legale».
Ad accogliere positivamente il parere del consiglio regionale urbanistica e la conseguente qualificazione del Pua a piano di lottizzazione è anche il Movimento 5 Stelle. «Speriamo vivamente – si legge in una nota della deputata regionale Gianina Ciancio – che l’assessorato all’Ambiente terrà in debita considerazione le osservazioni contenute nel documento e a tal proposito lo invitiamo a voler fare definitivamente chiarezza sull’assoggettabilità o meno del piano a valutazione ambientale strategica. Lo sviluppo turistico ed economico della nostra città – prosegue – non può dipendere dall’ennesima cattedrale nel deserto o da altre colate di cemento».
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