Una pistola giocattolo sotto lo studio dell’avvocato Alessandro Fidone, il legale che difende due dei giovani egiziani accusati dello stupro di gruppo alla villa Bellini di Catania ai danni di una 13enne che era insieme al fidanzato 17enne. L’arma giocattolo di colore nero con il tappo rosso, che riproduce fedelmente una vera pistola, è stata […]
Stupro villa Bellini, pistola giocattolo sotto lo studio dell’avvocato di due indagati: «Ho denunciato»
Una pistola giocattolo sotto lo studio dell’avvocato Alessandro Fidone, il legale che difende due dei giovani egiziani accusati dello stupro di gruppo alla villa Bellini di Catania ai danni di una 13enne che era insieme al fidanzato 17enne. L’arma giocattolo di colore nero con il tappo rosso, che riproduce fedelmente una vera pistola, è stata notata questa mattina dall’avvocato all’interno di un vaso di plastica, senza piante ma con qualche ramo secco e alcune pietre, proprio davanti al portone del suo studio legale – con la targa con il suo nome affissa sulla facciata – in una zona centrale e di passaggio del capoluogo etneo. «Potrebbe essere stata lasciata lì per caso da qualcuno e non avere nulla a che vedere con il caso che sto seguendo – ci tiene a precisare Fidone e MeridioNews – ma, nel dubbio, ho comunque preferito presentare una denuncia in procura». Un documento a cui il legale ha anche allegato delle foto a colori.
«Non sono particolarmente preoccupato – chiarisce l’avvocato al nostro giornale – anche perché, da quando mi è stato affidato questo delicato caso, non ho mai ricevuto offese o minacce dirette». Ne ha lette, però, sotto diversi articoli pubblicati online e in diversi commenti affidati ai social network. Eppure, ha avuto bisogno dello sguardo esterno del fratello (con l’occhio allenato di chi fa parte delle forze dell’ordine) per farsi venire il dubbio che l’arma ritrovata nel vaso potesse essere collegata all’avere accettato la difesa degli indagati. Cosa che, prima di lui, un altro legale aveva invece rifiutato. «La denuncia di questo strano ritrovamento ho comunque preferito presentarla anche perché possa essere un deterrente per altri episodi del genere o, addirittura, ben più allarmanti di questo». Nella zona dello studio del legale ci sono delle telecamere di un sistema di sorveglianza privato di un’attività commerciale. Non è chiaro, però, se l’occhio elettronico riesca a inquadrare proprio l’area di interesse.
«Sono e resto convinto che il diritto alla difesa sia da garantire a chiunque, anche a chi compie i reati più gravi», sottolinea l’avvocato Fidone che domani sarà impegnato proprio nell‘udienza del Riesame dei suoi due assistiti, al tribunale di Catania. Loro, invece, non saranno presenti in piazza Verga. Di recente sono stati trasferiti in un carcere che si trova dall’altra parte della Sicilia, a oltre 400 chilometri di distanza da Catania.