Pippo Gennuso e l’accusa di estorsione ai dipendenti del bingo Difesa: «Nessuna minaccia, ma accordo sindacale precedente»

Condanne zero, malgrado siano tante le controversie che negli anni lo abbiano coinvolto. L’ultima, in ordine di tempo, quella del settembre scorso: indagato per estorsione, avrebbe minacciato tre dipendenti della sala bingo che gestisce insieme al figlio, la Magic Star, alla Guadagna. Un’accusa pesante, quella contro Pippo Gennuso, il deputato regionale di Rosolini. Che segue quella che ad aprile lo aveva costretto, anche se per poco, ai domiciliari per voto di scambio politico-mafioso, in relazione alle regionali del 2017. Adesso ad accusarlo sono alcuni dipendenti, che hanno denunciato quanto accaduto all’indomani della nuova gestione della sala di via Villagrazia.

È luglio del 2015. Secondo il racconto riportato ai carabinieri, i dipendenti, in fase di transazione durante il passaggio dalla vecchia alla nuova gestione dei Gennuso, sarebbero stati costretti, addirittura con minacce, a piegarsi a un accordo in realtà svantaggioso e negativo per loro, attraverso il quale in sostanza gli veniva chiesto di accontentarsi di una liquidazione ridotta di un terzo. «Tre dipendenti sostengono di essere stati minacciati per accettare un accordo sindacale che tutti gli altri hanno sottoscritto spontaneamente assistiti dal sindacato – spiega l’avvocato Nino Caleca, che rappresenta Gennuso -. L’accordo sindacale era stato sottoscritto dalla precedente gestione del bingo. Questa denuncia dei dipendenti viene dopo quella di Gennuso… Vedremo». Qualcosa, quindi, con il quale il deputato non avrebbe nulla a che fare, a detta del legale. Intanto, indagati insieme a lui per concorso ci sono anche il figlio Riccardo, il socio della precedente gestione del bingo Leonardo Burgio, e il sindacalista della Cildi Antonino Bignardelli.

Una vicenda, questa, seguita poco dopo da un’altra estorsione, ma questa volta solo tentata e a danno dello stesso Gennuso, per la quale sono oggi sotto processo Cosimo Vernengo, boss di corso dei Mille, il figlio Giorgio e Paola Durante. Sono accusati di aver chiesto il pizzo per lasciare la gestione del bar all’interno della sala bingo dopo la nuova apertura e l’ingresso in scena dei Gennuso.


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