L'anno scorso un gruppo di studenti avevano aderito all'iniziativa spontanea della collega Laura Trovato per combattere il parcheggio illegale nella zona. Oggi i componenti continuano la battaglia individualmente. E la sosta priva di regole prosegue. Come la rabbia degli studenti e le poche alternative offerte
Piazza Dante, parcheggiatori abusivi e assenza di stalli «Il comitato Monastero abusivo ha gettato la spugna»
«Ecco i soldi, grazie e a più tardi». Una scena che si ripete all’infinito quella che vede come protagonisti i posteggiatori abusivi di piazza Dante e i loro clienti abituali. Studenti in primis, ma anche professori e gente che frequenta la zona che ogni giorno affida la propria auto a chi gestisce il traffico nelle piazzette attorno all’ex monastero dei Benedettini, sede del dipartimento di Scienze umanistiche dell’università di Catania.
L’area tra l’ospedale Santa Marta, il liceo Spedalieri e i dipartimenti di Scienze e tecniche psicologiche e Scienze della formazione ogni giorno si riempie di macchine che finiscono sui marciapiedi e le piazzette pedonali, come lamentano alcuni cittadini sui social. «Non portiamo i nostri mezzi proprio per questo motivo – spiegano a MeridioNews Chiara e Tiziana, iscritte a Scienze della formazione – preferiamo muoverci con l’autobus o chiedendo passaggi ai nostri genitori». La situazione per le due studentesse è insostenibile e in generale preferiscono sostare sulle strisce blu, anche se più dispendiose del servizio abusivo.
«Paghiamo comunque, però onestamente», concordano alcuni tra i loro colleghi, che sognano un parcheggio dedicato agli studenti. Tra questi Pietro, che viene da Agrigento e frequenta il primo anno di Scienze e lingue per la comunicazione. «Avevo già sentito parlare di questo problema prima di vederlo con i miei occhi – racconta – pare che vada avanti da anni e nessuno riesca a risolverlo se non per qualche giorno». «Quelli che disturbano sono sempre gli stessi», interviene uno dei posteggiatori della piazza, che più di una volta avrebbe invitato i colleghi «a comportarsi bene con i carusi e non pretendere soldi, anche se non ne vogliono sapere».
Dietro di lui una coppia di turisti tenta di scattare una foto con lo sfondo della chiesa di San Nicolò, senza riuscire a trovare l’inquadratura giusta per non includere le automobili nei ricordi della vacanza. «Posto che tutti vogliamo la legalità, la piazza libera e posteggiare l’auto per andare a lavorare – commenta Giancarlo Magnano San Lio, direttore del dipartimento di Scienze umanistiche -, abbiamo avuto diversi contatti con l’assessore Rosario D’Agata, che ha organizzato un tavolo tecnico col delegato alla mobilità dell’università Giuseppe Inturri, per cercare una soluzione al problema».
Ardua impresa, visto che le più gettonate riguardano la promozione del car sharing, il recupero di un vecchio progetto di posteggio multipiano sotterraneo in piazza Vaccarini e l’intensificazione del servizio Amt con navette continue che colleghino l’università con i punti nevralgici della città. Proposte per certi versi impraticabili per Magnano, secondo cui «le piazze attorno all’università potrebbero essere gestite in modo legale dal Comune con tariffe speciali per gli studenti». E «sarebbe opportuno recuperare gli spazi del vecchio deposito Amt di via Plebiscito», oltre a considerare l’ipotesi di destinare al parcheggio una parte dell’ospedale Vittorio Emanuele nel momento in cui verrà dismesso e forse trasformato in campus universitario.
Soluzioni su cui l’anno scorso ragionava anche il comitato Monastero Abusivo, nato spontaneamente dall’iniziativa della studentessa Laura Trovato, che ha organizzato una riunione in cui una ventina di ragazzi ha buttato giù qualche idea, dalla sensibilizzazione tramite volantini al coinvolgimento del rettore e delle forze dell’ordine, che subito dopo l’esplosione della questione sui social network e la nascita del gruppo hanno incrementato i controlli ed emesso alcune sanzioni amministrative.
«Interventi che col tempo sono scemati, così come l’impegno dei partecipanti, che riunione dopo riunione si sono arresi», spiega Damiano Stivala, uno dei membri del comitato che a un anno di distanza ha gettato la spugna, anche se la battaglia va avanti sul piano individuale e i ragazzi preferiscono ancora perdere più tempo per cercare un posto per l’auto piuttosto che cedere al ricatto dei posteggiatori. «Se la proposta del sindaco di Palermo Leoluca Orlando di introdurre il reato di parcheggio abusivo nel codice della strada verrà accolta e approvata – dice Stivala – il nostro compito si può dire concluso e possiamo dire di aver fatto la nostra parte insieme a tanti altri ragazzi italiani che combattono contro questa piaga».