Il bilancio di previsione 2015 deve essere approvato entro il 30 novembre. Con la giunta che ha già passato il documento, l'ago della bilancia sembra essere il Collegio dei revisori. Che evidenzia: «Discrasie contabili con le partecipate». Ma per Mauro Mangano la valutazione non è esclusivamente tecnica
Paternò, No dei revisori dei conti al bilancio Il sindaco: «Hanno espresso giudizio politico»
Parere negativo sul bilancio di previsione 2015 del Comune di Paternò. A esprimerlo – per il secondo anno consecutivo – due esponenti del Collegio dei revisori dei conti, Antonino Timpanaro e Salvatore Messina, entrambi dimissionari. Di avviso diverso il terzo componente del Collegio, Salvo Russo, a differenza dei colleghi ancora saldo nel proprio ruolo. Il consuntivo, secondo i termini prescritti dalla legge, deve essere approvato entro giorno 30 novembre. E, in effetti, qualche giorno fa la giunta ha votato positivamente il documento, che subito dopo è stato indirizzato al Collegio per essere esaminato. «Discrasie contabili con gli organismi Partecipati», è stata la replica dell’organo in questione. Che ha evidenziato i nodi da sciogliere.
I punti negativi del documento – sottolineati per lo più da Timpanaro e Messina – farebbero capo all’Ama, l’ente municipalizzato che gestisce il servizio idrico, e alla società partecipata Ato, quella che si occupa dello smaltimento dei rifiuti. «I debiti che la ditta Ama ha nei confronti del Comune ammontano a oltre 420mila euro. Rispetto all’esercizio precedente – si legge nella nota protocollata dai revisori dei conti – si evidenzia una diminuzione del credito vantato di quasi 72mila euro». «Il Comune di Paternò – continua la nota -, come già relazionato da questo Collegio nel 2012 e 2013, richiedeva alla società il rimborso di 1.555.073,55 euro per la causa Guido Petronilla (recupero di somme) che non risulta essere indicato in bilancio dell’Ente come credito nei confronti dell’Ama. La problematica, dunque, risulta ancora indefinita e, da quanto a conoscenza di questo Collegio, non vi sono state comunicazioni di autorizzazione allo stralcio di crediti».
Situazione diversa sarebbe quella della ditta Ato, in liquidazione. «Nella sezione relativa ai crediti verso il Comune dall’anno 2004 al 2012 la somma è di 33.897.342,47 euro». La cifra «non solo è priva di adeguata e analitica documentazione ma, nello stesso documento relativo al 2013, non vi è traccia alcuna di somme debitorie di tale natura», continua il Collegio dei revisori. Che rileva «un passaggio da una posizione creditoria dell’Ente per l’anno 2013 a una debitoria per il 2014». Una questione per la quale l’organo di competenza invita il Comune e gli uffici tecnici alla verifica della sussistenza o dell’infondatezza delle criticità evidenziate. Anche perché i punti potrebbero causare pregiudizi gravi all’Ente.
«Anche quest’anno il parere dei revisori è di ordine politico, piuttosto che tecnico-contabile, perché parla di difetti di bilancio che in realtà non vengono dimostrati concretamente», è il commento del sindaco Mauro Mangano. Che prosegue: «I revisori sembrano disconoscere totalmente quanto il Comune sta facendo, da più di un anno, per opporsi alle pretese dell’Ato e – continua il primo cittadino – dimenticano che Paternò resta uno dei pochi enti in Sicilia a non aver dichiarato il dissesto». «Anche l’anno scorso le osservazioni dei revisori si sono dimostrate totalmente infondate e non hanno fatto altro che innescare un’aspra polemica politica che ha impedito un dibattito sereno in seno al consiglio comunale».