Dopo una lunga vertenza sindacale, un numero tra 150 e 200 ex dipendenti potrebbe trovare lavoro nella nuova società di servizi informatici. I rappresentanti dei lavoratori chiedono un confronto con i quattro candidati alla presidenza della Regione. Gli ammortizzatori sociali scadranno il 6 dicembre
Paternò, Netith assorbe una quota degli ex lavoratori Qè Sindacati: «Bene, ora una soluzione per chi resta fuori»
Si aprono nuovi e concreti spiragli per il ritorno al lavoro di alcuni ex dipendenti del call-center Qè. Come già anticipato da MeridioNews, li ha chiamati a sé la nuova realtà imprenditoriale Netith (Network for innovation and tecnology hub), la quale dal prossimo 30 ottobre dovrebbe essere operativa: una società che punta ad essere Digital innovation hub legato al mondo informatico, comprendente non solo le attività di call-center, ma anche servizi quali incubazione di impresa e digitalizzazione di documenti. Nella Netith inizialmente dovrebbero trovare occupazione tra le 150 e le 200 unità lavorative: nell’ex Qè si trovavano 575 unità tra lavoratori a progetto e dipendenti assunti a tempo indeterminato.
Regista dell’operazione è la Di Bella Group, realtà imprenditoriale paternese che ha sempre creduto nel recupero delle risorse ex Qè, in stretta interlocuzione con la Regione riguardo anche allo stanziamento di fondi. La sede della nuova azienda sarà la stessa del vecchio call center, ossia i due capannoni di contrada Tre Fontane. Di poche parole Franz Di Bella, presidente e amministratore delegato della neonata società, che a MeridioNews si limita a ribadire che «si è lavorato intensamente per realizzare concretamente questo progetto», e poi conferma: «Abbiamo già avviato dei colloqui con i lavoratori ex Qè».
I sindacati di categoria, tuttavia, si dicono ancora preoccupati per la sorte del bacino di dipendenti, licenziati a fine novembre del 2016, i cui ammortizzatori sociali scadranno il prossimo 6 dicembre: «Siamo contenti dell’apertura della nuova azienda – ha detto a MeridioNews Valentina Borzì, ex dipendente Qè – ma è vero anche che oltre 200 persone fra noi ex dipendenti si troverà in grosse difficoltà a breve, se non si sarà trovara una soluzione».
Si tratta in sostanza del personale che si occupava dei servizi Enel Energia e della Transcom, ossia la gestione informatica di Inps e Inail. Al momento solo Enel, tra i precedenti committenti di Qè – hanno specificato le sigle di comparto di Cgil e Cisl – ha dichiarato la propria volontà di riportare la propria commessa su Netith, sia pure con volumi di attività ancora lontani da quelli precedentemente affidati. I sindacati, allora, attendono che «Transcom, che sino ad oggi ha sempre dichiarato la propria disponibilità per la riassegnazione del lavoro, si renda disponibile ad un immediato confronto e si impegni a far si che quelle professionalità non vengano perdute». Per tale ragione le organizzazioni sindacali hanno chiesto un incontro al Prefetto e stanno lavorando per riaprire un tavolo di concertazione al ministero dello Sviluppo economico.
Nel frattempo Valentina Borzì, Giovanni Arcidiacono e Anna Orifici, in rappresentanza degli ex dipendenti, hanno inviato una missiva ai quattro candidati alla presidenza della Regione chiedendo un confronto: «Ci rivolgiamo a voi a nome di tutti i nostri colleghi affinché già oggi, ma anche dopo il 5 novembre, si possano individuare le soluzioni possibili e praticabili. Chiediamo che una nostra delegazione possa incontrarsi e confrontarsi con voi».