Paternò, il Comune rischia il dissesto Più di un milione per chiudere il bilancio

Rischio dissesto finanziario per il comune di Paternò. A confermare il pericolo default è proprio il primo cittadino Mauro Mangano: «Gli uffici ci dicono che senza un gettito aggiuntivo il bilancio non potrà essere chiuso, con il rischio del dissesto».

La paura che il comune possa fallire si è materializzata, in primis, alcuni giorni addietro, quando l’assise civica paternese, con una maggioranza trasversale, composta da consiglieri di maggioranza e opposizione, ha bocciato la delibera di giunta che prevedeva una Tasi al 2,5 per mille, la quale se fosse stata approvata, avrebbe portato introiti per quasi due milioni di euro.

Invece i consiglieri,attraverso una serie di emendamenti hanno stravolto la delibera, approvando una Tasi al 1,5 per mille, «arricchendo» le casse comunali di solo un milione. Da qui la necessità da parte degli uffici ragioneria di trovare in fretta e furia le somme mancanti per far quadrare il bilancio. Proprio gli uffici hanno elaborato la proposta di aumentare l’aliquota dell’addizionale Irpef dal 0,2 al 0,8 per mille. Una soluzione estrema e necessaria per incassare quasi un milione e cento mila euro. Tuttavia la proposta cosi formulata è stata rigettata dalla commissione consiliare al bilancio, presieduta da Nino Valore, che l’ha esaminata.


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«Gli uffici ci dicono che senza un gettito aggiuntivo il bilancio non potrà essere chiuso, con il rischio default». Il sindaco Mauro Mangano ammette il pericolo fallimento per la cittadina. Il problema è nato a seguito dell'approvazione da parte del consiglio comunale della Tasi non al 2,5 per mille come proposto dalla giunta ma all'1,5 per mille. E si parla di un aumento dell'Irpef

«Gli uffici ci dicono che senza un gettito aggiuntivo il bilancio non potrà essere chiuso, con il rischio default». Il sindaco Mauro Mangano ammette il pericolo fallimento per la cittadina. Il problema è nato a seguito dell'approvazione da parte del consiglio comunale della Tasi non al 2,5 per mille come proposto dalla giunta ma all'1,5 per mille. E si parla di un aumento dell'Irpef

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