Il controllo è stato avviato dopo che i militari avevano rilevato sulle pagine di alcuni siti web la pubblicizzazione, da parte dei gestori dell’esercizio commerciale, di visiere protettive “antivirus” poste in vendita a prezzi esorbitanti
Partinico, sequestrati dispositivi di protezione non a norma
I Finanzieri della Compagnia di Partinico, nell’ambito dell’intensificazione dei controlli per verificare il pieno rispetto delle misure adottate dal Governo per il contenimento dell’epidemia da Covid-19 e a garantire la sicurezza dei prodotti commercializzati in questa fase di emergenza, hanno sequestrato, in negozio di ferramenta ubicato alla periferia di Partinico, quasi 53 mila articoli non a norma tra dispositivi di protezione individuale, artifizi pirotecnici, materiale per la casa e articoli da ferramenta.
Il controllo è stato avviato dopo che i militari avevano rilevato sulle pagine di alcuni siti web la pubblicizzazione, da parte dei gestori dell’esercizio commerciale, di visiere protettive “antivirus” poste in vendita a prezzi esorbitanti. Nel corso dell’intervento le Fiamme Gialle, oltre a rinvenire un centinaio di prodotti (coltelli, lucchetti con combinazione, pinze spellafili) privi delle indicazioni minime in lingua italiana ovvero sprovvisti del marchio CE, hanno individuato altri dispositivi di protezione individuale (circa 150 tra capi di abbigliamento professionale, guanti, occhiali protettivi) recante marchio Ce contraffatto e riproducente dunque, in maniera mendace, la certificazione europea.
A seguito di ulteriori ricerche effettuate nei magazzini dell’attività commerciale, i Finanzieri hanno individuato 168 visiere protettive artigianali, le stesse commercializzate on line, fabbricate modificando le normali maschere da giardinaggio con l’aggiunta di una pellicola in policristal come visiera agganciata con due bulloni e un elastico. Le stesse, prodotte in house, prive di qualsiasi autorizzazione e omologazione certificata ovvero della preventiva autocertificazione all’INAIL e all’ISS attestante un minimo di sicurezza – come previsto dal Dl 17 marzo 2020 n. 18 (cc.dd. “Cura Italia”), recavano un marchio CE riferito ad un altro prodotto (componente dell’assemblaggio) la cui destinazione d’uso originaria era ben diversa da quella del prodotto finale assemblato.