Pandetta lancia un disco dopo l’arresto. Sul suo profilo Instagram: «Sapeva che stava per arrivare un periodo buio»

«Niko è un uomo che ha saputo prendersi le proprie responsabilità e ha deciso che della sua condanna ne farà un punto di forza. Ha lavorato 24 ore su 24 per essere pronto a ogni evenienza». Sono le parole pubblicate ieri sera attraverso alcune stories sul profilo Instagram di Niko Pandetta. Il cantante neomelodico, convertitosi alla musica trap, è stato arrestato dagli agenti di polizia per una condanna definitiva a quattro anni e cinque mesi per spaccio di droga nell’ambito dell’inchiesta Double Track della procura di Catania. Il 31enne si trova dietro le sbarre ma, come annunciato in alcune dirette social, aveva già ultimato un disco – il cui titolo dovrebbe essere Ricorso inammissibile – che verrà pubblicato nella notte tra giovedì e venerdì. Dopo il verdetto della Cassazione, Pandetta si era reso irreperibile alle forze dell’ordine spostandosi nel capoluogo della Lombardia.

Un trasferimento, quello da Catania a Milano, che tuttavia non è stato mai nascosto, ma reso pubblico attraverso i canali social sia del cantante che di alcuni parenti e amici che spesso lo accompagnano durante le esibizioni e le trasferte. Ieri pomeriggio, dopo l’arresto in mattinata nella zona Quarto Oggiaro, all’angolo tra via Lessona e via Aldini, è stata pubblica una storia che lo ritrae in una camera da letto, probabilmente all’interno di un bed & brekfast in via Michetti, in zona Bovisa, dove Pandetta alloggiava. Nei giorni scorsi il cantante aveva pubblicato un post in cui veniva ritratto con tutti i tatuaggi coperti da dei cerotti prima di recarsi a colloquio con lo zio ergastolano al 41bis Salvatore Cappello. In onore di quest’ultimo Pandetta incise la canzone Dedicato a te. Recentemente il nome di Pandetta è finito anche al centro di un’inchiesta nata dopo una sparatoria, risalente al 21 aprile, nei pressi della discoteca Ecs Dogana, a Catania. In quell’occasione due gruppi di giovani, rispettivamente vicini ai clan mafiosi Mazzei e Cappello, si affrontarono in strada a colpi di pistola. Dietro la sparatoria ci sarebbero state alcune frizioni legate alla mancata esibizione di Pandetta, qualche sera prima, insieme al trapper romano Tony Effe.


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