Pallamano, dallo scudetto alla serie A2 con Mascalucia Cardaci: «Voglio fare rinascere una squadra importante»

«Sinceramente credo di avere già raggiunto il mio sogno, quello di vincere un titolo italiano. Adesso mi piacerebbe riportare in alto e far rinascere una squadra importante qui in Sicilia». Salvo Cardaci, coach di pallamano e nativo di Regalbuto, spiega così a MeridioNews quelli che sono i suoi obiettivi personali dopo aver vinto, lo scorso anno, lo scudetto femminile con la Jomi Salerno. «Per me è stato il coronamento di un sogno – ribadisce il tecnico –, credo lo sia per ogni allenatore. È stato il mio primo titolo italiano a livello senior, dopo tanti anni di massima serie. Sono l’allenatore italiano con più presenze in serie A1. Salerno non vinceva da qualche anno e siamo riusciti a riportare il titolo in una città dove la pallamano è molto seguita». Un titolo, quello con Salerno, arrivato non per caso: «Ci sono voluti tanti sacrifici. Sono stato a Salerno un biennio e nel primo anno abbiamo raggiunto sia la semifinale scudetto, sia la semifinale in Coppa Italia. La stagione è stata un po’ sfortunata perché abbiamo avuto alcuni infortuni».

Cardaci ha lasciato Salerno ola scorsa estate dopo aver conquistato il titolo nazionale: «Normalmente si lascia dopo aver vinto (ride, ndr), ma la motivazione vera è un problema dal punto di vista lavorativo. Io sono insegnante e la pallamano a differenza di altri sport non dà la possibilità di farlo in maniera esclusiva. Dopo due anni dovevo rientrare nella mia sede scolastica in Sicilia». Adesso il coach è alla guida della Handball Club Mascalucia, squadra attualmente in testa al campionato di serie A2 in compagnia della Kelona Palermo: «Fondamentalmente – prosegue l’allenatore – quello di Mascalucia è un progetto che a me piaceva. Io non avevo grandi stimoli a tornare ad allenare dopo lo scudetto, anche perché ho un ruolo a livello nazionale come selezionatore delle giovanili. Potevo anche fare un anno di transizione. Qui a Mascalucia però c’erano degli amici e alla fine ho fatto questa scelta. Questo anche perché io vivo a Regalbuto e non è troppo distante».

Il tecnico ha accettato l’incarico nonostante Mascalucia fosse una matricola in A2. La società comunque sembra molto ambiziosa: «Cercherò di fare del mio meglio per gli obiettivi che la società si è posta. Con la prima squadra vogliamo conquistare uno dei primi quattro posti che garantiscono la permanenza in A2 anche dopo la riforma dei campionati che l’anno prossimo vedrà un girone centro-sud. A livello giovanile invece abbiamo tre ottime squadre, l’under 13, 15 e 17. Noi puntiamo su quest’ultima per vincere il titolo regionale e approdare alle finali nazionali». Al momento, però, la squadra di Cardaci non ha ancora potuto giocare davanti al pubblico amico: «Purtroppo non abbiamo ancora giocato a Mascalucia per l’indisponibilità del PalaWagner. Finora abbiamo disputato le gare a San Giovanni La Punta e c’era un bel po’ di gente, ma so che anche a Mascalucia c’è tanta gente che segue la pallamano. Quando torneremo a casa nostra, il pubblico ci darà una mano importante».

A livello nazionale, invece, la pallamano non è certamente tra gli sport più seguiti, ma questo dipende anche e soprattutto dalle strutture presenti nel territorio: «In Italia ci sono palazzetti che possono contenere anche 1.500 o 2.000 spettatori. Salerno ad esempio ha una struttura che può ospitare fino a 700-800 spettatori ed è sempre strapiena». Gli obiettivi a lungo termine, invece, vedono Cardaci dietro una cattedra di scuola anche se il coach non esclude affatto un pensierino alla Nazionale di pallamano: «Voglio continuare il lavoro di docente a scuola, poi ho una mia scuola di pallamano e spero che tanta gente si possa avvicinare a questa disciplina. Per quanto riguarda la Nazionale, c’è anche questa possibilità che non escludo – conclude Cardaci –, ma preferirei non parlarne».


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Il tecnico nativo di Regalbuto lo scorso anno ha vinto il titolo femminile con la Jomi Salerno. Quest’anno è tornato in Sicilia: «Sono un insegnante, la pallamano non ti dà la possibilità di lavorare in maniera esclusiva». Adesso la squadra è in testa: «Qui c’è un bel progetto, abbiamo obiettivi importanti»

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