Non è Roma né Firenze, ma è inaspettatamente Palermo: nel capoluogo di regione entro un anno si potrebbe dire addio per legge alle carrozze trainate da cavalli che portano in giro i turisti. Dopo anni di ordinanze sull’esposizione al caldo degli animali, tentativi malriusciti di tutela, sempre senza scontentare la categoria degli gnuri: 34 cocchieri […]
Palermo, entro un anno addio alle carrozze trainate da cavalli
Non è Roma né Firenze, ma è inaspettatamente Palermo: nel capoluogo di regione entro un anno si potrebbe dire addio per legge alle carrozze trainate da cavalli che portano in giro i turisti. Dopo anni di ordinanze sull’esposizione al caldo degli animali, tentativi malriusciti di tutela, sempre senza scontentare la categoria degli gnuri: 34 cocchieri con licenza, più un numero non meglio precisato di abusivi, ecco da parte dell’assessorato alle Attività produttive guidato da Giuliano Forzinetti, la modifica all’articolo 41 del regolamento comunale, che prevede la cessazione entro 12 mese della validità delle vecchie licenze e al contempo consente agli gnuri la riconversione della loro attività in una nuova licenza, stavolta per servizi taxi, apecalessi, Ncc o altri mezzi affini.
«Questo è solo l’inizio – dice a MeridioNews Fabrizio Ferrandelli, assessore al Benessere animale di Palermo, tra i promotori dell’iniziativa – È bello che questa norma sia arrivata dal collega Forzinetti, questo dimostra unità di intenti dell’amministrazione. Non tramonta però l’idea che si possano fare omologare delle apposite carrozze elettriche, come già accade in altre città o sperimentare nuovi mezzi che non prevedano lo sfruttamento degli animali». Le carrozze, oltretutto, sono state ritenute non in linea con la visione dell’amministrazione di una mobilità sostenibile. «È una scelta netta, coraggiosa e storica – dice Forzinetti – Palermo potrebbe diventare la prima città italiana a mettere fine a un modello di trasporto che non rispecchia più né il contesto urbano né i valori contemporanei». Ora la palla passa al Consiglio comunale, che dovrà approvare la modifica. Modifica che tuttavia ha già incassato il placet di molte forze politiche, non solo di maggioranza.