Cronaca

A Palermo uno scarico di acque reflue nell’area marina protetta. Il comitato cittadino: «Un progetto scellerato»

Uno scarico di acque reflue e «di quelle meteoriche di mezza Palermo» nell’area marina protetta davanti al mare di Sferracavallo. Il timore che si verifichi questo scenario ha spinto le persone residenti nella borgata marinara a riunirsi in assemblea, per consultarsi e per valutare le azioni da intraprendere. La vicenda riguarda l’intenzione dell’amministrazione – guidata da Roberto Lagalla – di riprendere il progetto del vecchio Collettore nord occidentale. Se completato, questo dovrebbe ricevere le acque reflue depurate dall’impianto di Fondo Verde e le acque bianche (tra queste c’è l’acqua piovana) del quartiere Partanna-Mondello. Tutto andrebbe a finire nel mare davanti a Punta Matese, in acque che fanno parte dell’Area marina protetta di Capo Gallo e Isola delle Femmine. «Partiamo col dire una cosa: la giunta comunale ha approvato una delibera, ma questo progetto – che noi definiamo scellerato – ancora neanche c’è», dice a MeridioNews Simone Aiello, fondatore del comitato cittadino Il mare di Sferracavallo, costituito nel 2012.

«La delibera della giunta – continua Aiello, che è anche consigliere della VII circoscrizione per il Movimento 5 stelle – parla di uno schema di convenzione per completare il vecchio collettore», ma pare che un progetto scritto ancora non ci sia. Questo nonostante qualche giorno fa l’assessore ai Lavori pubblici di Palermo, Salvatore Orlando, abbia dato delle cifre: 76 milioni di euro. Di questi, 61 dovrebbero servire per la riconversione dell’impianto di depurazione di Fondo Verde, 15 per i canali di gronda e per le vasche di laminazione di Mondello e di Sferracavallo. «Già tempo fa – dice Aiello al nostro giornale – il progetto era stato bloccato, proprio perché c’è l’Area marina protetta». La prima criticità sarebbe questa: in uno specchio di mare ristretto si sverserebbe una grandissima quantità di acqua dolce. «Una cosa del genere danneggerebbe per sempre il delicato ecosistema dell’Area marina», dice Aiello. Che parla delle «praterie di posidonia» e del «marciapiede a vermeti, il più lungo d’Europa: è per questo che è stata istituita l’Area marina». Secondo il fondatore del comitato cittadino Il mare di Sferracavallo, «dal punto di vista faunistico così si fa morire il mare».

La seconda criticità che le persone residenti sottolineano riguarda le acque che passano dall’impianto di depurazione di Fondo Verde. «Loro dicono che sono depurate – dice Aiello – ma c’è scetticismo». Dubbi che nascono dal fatto che «l’impianto funziona male. Attualmente – continua – quello di Fondo Verde non è un vero depuratore, ma solo un sistema di sollevamento liquami». Il sospetto di chi abita a Sferracavallo è che le acque siano depurate male o solo parzialmente. E ci sarebbe un precedente. «L’anno scorso – dice Aiello – un’importante quantità di liquami ha intercettato acque di sorgente e tutto è finito in mare. Abbiamo presentato un esposto in procura – continua il fondatore del Comitato – la guardia costiera ha indagato e ha individuato un punto in cui c’era un forte inquinamento». Per questo Aiello dice di non fidarsi «della gestione di Amap», l’azienda municipalizzata acquedotto di Palermo che gestisce l’impianto di Fondo Verde. «Le acque reflue depurate nell’impianto – spiega – si immettono nella rete e vanno a finire al porto, ma la rete non ce la fa a reggere tutta la portata». Alla luce dell’approvazione della delibera, l’interpretazione del Comitato è che per le acque reflue di Fondo Verde l’amministrazione voglia «usare una condotta che porta al Collettore nord occidentale – che serviva per immettere acque di prima pioggia – così da poter scaricare a Sferracavallo, nell’area di Barcarello, e non al porto».

Ma il Comitato contesta al Comune anche un’altra cosa. «Anziché eseguire una valutazione di impatto ambientale, l’amministrazione si è affidata al parere (poi risultato positivo, ndr) del consorzio Conisma», cioè il Consorzio nazionale interuniversitario per le scienze del mare. Secondo Aiello, «in un caso come questo, il Comune non dovrebbe decidere, ma eseguire le direttive della Regione: dovrebbe essere lei, in base a criteri di tutela ambientale, a scegliere un progetto o un altro». Secondo il Comitato l’alternativa ci sarebbe. «Basterebbe attuare il piano in tre step preparato dalla scorsa amministrazione», guidata da Leoluca Orlando. Il primo punto sarebbe «un sistema di sollevamento a monte dei liquami del vecchio impianto di Sferracavallo», il secondo «l’immissione in rete dei liquami del quartiere Marinella, che prima scaricavano in falda», il terzo «l’ampliamento della condotta che c’è tra Fondo Verde e Villa Adriana». Una condotta che «ha dei problemi e che causa allagamenti – dice Aiello – Servirebbe ampliarla e, nel frattempo, ottimizzare la rete delle caditoie di Partanna-Mondello, poi canalizzare sia queste acque che quelle depurate da Fondo Verde e portare tutto al bacino del porto. Questo – specifica il fondatore del Comitato – in attesa che venga completato l’ampliamento del depuratore di Acqua dei corsari».

«L’ideale – dice Aiello – sarebbe non scaricare nulla a mare, ma riutilizzare l’acqua. Anche perché le acque di prima pioggia possono essere più impattanti delle acque reflue depurate, perché – continua – possono trascinare con loro olii e altre sostanze che si trovano sul manto stradale». Il Comitato cittadino Il mare di Sferracavallo ha richiesto l’accesso agli atti e parla di «documenti non confortanti, ma vogliamo andare avanti». Le persone residenti nella zona vogliono muoversi in due direzioni: «Come Comitato presenteremo una diffida al Comune e, tramite il deputato regionale Adriano Varrica, promuoveremo audizioni in commissione parlamentare Ambiente, territorio e mobilità». Nonostante quest’ultima azione sarà portata avanti da un deputato del M5s e nonostante l’accesso agli atti al Comune è stato chiesto dal collega di partito Antonino Randazzo, Aiello ci tiene a sottolineare che «sia nel nostro Comitato sia nel comitato cittadino permanente Sferracavallo ci sono sensibilità politiche molto diverse: c’è gente di destra e c’è gente di sinistra. Il fatto – conclude Aiello – è che a Sferracavallo sono tutti contrari, nessuno escluso. Perché questa questione riguarda la salvaguardia della ricchezza ambientale, che non è solo interesse di Sferracavallo, ma di tutta Palermo e della Sicilia intera».

Mauro Gemma

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