L’ex centrocampista palermitano ha esordito in serie A con la maglia dei giallorossi: «I rosa non possono accontentarsi di un solo punto, stasera sarà una gara aperta». Adesso allena l’Anzio, squadra di serie D
Palermo, Gaetano D’Agostino avvisa la Roma «Rosa agguerriti. Allenarli in futuro? Magari…»
In carriera è stato uno di quei giocatori capaci di fare la differenza in serie A, un centrocampista dai piedi buoni che nella massima serie ha collezionato 212 presenze condite da 29 gol, dopo i quali aveva fatto dell’esultanza alla Bolt un suo marchio di fabbrica. Palermitano di nascita, classe ’82, Gaetano D’Agostino si è affacciato al grande calcio nelle giovanili della Roma, esordendo in prima squadra all’età di 18 anni. Adesso è passato dall’altra parte della barricata, lo scorso anno ha preso il corso per allenatori e quest’anno è alla guida dell’Anzio, squadra che milita in serie D: «È un’esperienza bella e affascinante – spiega a MeridioNews –, si tratta di tutto un altro tipo di percorso rispetto a quello da giocatore. Adesso stiamo andando bene in classifica, la gente ne parla, sono contento e consapevole che la strada è lunga». D’Agostino aveva già deciso cosa volere fare dopo avere appeso gli scarpini al chiodo e l’esperienza che sta vivendo al momento è per lui soltanto una conferma: «Questo primo anno è stato molto positivo e mi sta dando la certezza che era ciò che volevo fare. Si tratta di un lavoro duro, dove si studia molto. Fortunatamente ho incontrato un gruppo che se mettere in pratica tutto quello che proviamo in allenamento e i risultati si stanno vedendo».
Passando alla partita di stasera, l’ex centrocampista non vuole sbilanciarsi su quello che sarà il risultato: «Sarà una gara aperta – spiega il 34enne – perché il Palermo non si può accontentare del punto, in quanto non serve a niente. Invece la Roma deve fare di tutto per conservare il secondo posto. Come blasone qualità la Roma è ovviamente favorita ma penso comunque che il Palermo giocherà fino alla morte perché ha bisogno di fare punti e una vittoria in casa potrebbe dare morale, mentre i giallorossi non possono permettersi passi falsi». Chi indubbiamente arriva ferito a quest’appuntamento è la squadra capitolina, reduce dalle sconfitte in campionato contro il Napoli, in Coppa Italia con la Lazio e in Europa League: «La Roma potrebbe sfruttare questa partita per rilanciarsi e per prendere un po’ di fiducia in vista della partita di giovedì contro il Lione, ma deve stare attenta perché secondo me troverà un Palermo che correrà su tutti i palloni, una squadra aggressiva e agguerrita». Le giornate da qui alla fine del campionato sono sempre di meno, così come le speranze di ottenere la salvezza: «Da palermitano mi aspetto il miracolo – continua D’Agostino –. Le chances non sono tantissime, ma fino a quando la matematica non condanna, il Palermo deve crederci fino in fondo e dare tutto sul campo». Anche l’ex giocatore, comunque, è rimasto un po’ deluso dall’operato della società in sede di mercato: «Beh, per sopperire alle mancanze di reparto, per provarci con più veemenza e per poi poter dire che si era fatto di tutto per cercare di ottenere la salvezza direi che ci si aspettava qualcosa in più».
A tenere banco in casa Palermo in questi giorni è sicuramente la cessione della società: «Il presidente Zamparini penso si sia defilato soprattutto per l’età che ha, ma penso anche che l’interesse per il Palermo lo abbia sempre e avrà sempre voce in capitolo. Il nuovo presidente si è espresso in maniera chiara e i tifosi ora attendono conferme. L’importante è che sia un progetto che venga portato avanti con cose concrete». D’Agostino vuole inoltre elogiare i tifosi rosa per un aspetto non di secondo piano: «Voglio fare i complimenti ai tifosi perché in tutte le piazze dove si vede la propria squadra in fondo alla classifica solitamente si fa contestazione, invece a Palermo i tifosi non hanno contestato, comportandosi in maniera egregia ed esemplare». Quelle critiche sono state tutte indirizzate a Zamparini, mai verso la squadra: «Presidenti, allenatori e giocatori sanno che si può sempre andare incontro a contestazioni e critiche. Il presidente Zamparini però è talmente navigato ed esperto che non penso siano state determinanti le critiche nei suoi confronti. Penso che abbia deciso di defilarsi per riprendere le energie e decidere in maniera un po’ più lucida, perché è stato sempre chiamato a intervenire in primo piano. Dietro le quinte vedrà le cose con più lucidità».
Tornando invece alla sua nuova carriera da allenatore, D’Agostino spiega così il suo rapporto con i suoi giocatori: «I miei giocatori devono saper trarre vantaggio dalla mia esperienza. Io dico loro sempre di non vedere me come un ex giocatore che ha fatto una buonissima carriera. Io gli porto a esempio gli errori che ho fatto nella mia carriera, perché è troppo facile vedere solo gli aspetti positivi e vedere il curriculum D’Agostino, ma nel corso di una carriera ci possono essere anche errori che ti possono costare care». La gavetta per lui è appena cominciato, ma guai a non puntare in alto: «Le mie ambizioni sono alte, come lo erano da calciatore. Ambisco sempre al massimo perché tanto a scendere fai sempre in tempo. I miei obiettivi sono alti, lo studio e l’applicazione sono costanti per cercare di limare i difetti. In questo la mia squadra mi aiuta, perché loro sono lo specchio dell’allenatore». Da calciatore è rimasto idolo di tante piazze come Udine, Messina, Firenze e Siena, non riuscendo a imporsi a Palermo. Da allenatore il futuro potrebbe invece riservare qualche sorpresa: «Sarebbe un bel sogno allenare il Palermo, quella che è la squadra della mia città. Lì sono cresciuto da piccolo e lì conservo dei ricordi bellissimi. Perché no?».