Palermo calcio, un bel weekend di fair play

di Gabriele Bonafede

Torna la fiducia in casa rosanero e in città per il Palermo calcio che conquista tre punti a Padova e convince nella concretezza. Ma la vera vittoria non è stata quella sui ai gemellati del Padova, che a causa di assenze importanti nei biancoscudati era cosa prevedibile anche se non di queste proporzioni, quanto la capacità del pubblico palermitano di dare lezioni di fair-play a tutta l’Italia insieme alla tifoseria patavina. Quella immagine degli spalti dello stadio Euganeo riempito da tifosi della squadra siciliana e della squadra veneta, perfettamente mischiati in un abbraccio di colori biancorossi e rosanero (nella foto di Nicolò Zangirolamo), vale molto più che i tre punti conquistati sul campo.

Ed è stato un bel weekend di fair play palermitano a partire già da venerdì sera con la nazionale di calcio al Barbera per Italia – Bulgaria. Mentre la banda dei bersaglieri intona l’inno nazionale della Bulgaria, parte un tentativo di fischi di pochi indegni balordi, ma che è subito sommerso da un intero stadio che applaude l’inno della nazionale avversaria. Poi l’inno italiano è cantato perfettamente a squarciagola da 30.000 spettatori, con tutte le parole ben scandite.

Quindi un gol di quell’Alberto Gilardino che troppo spesso ha scambiato il campo del Barbera per una piscina da tuffi o per un campetto di pallavolo… eppure, tutti a urlare ugualmente per la rete, a inneggiare a questo giocatore, e nessun fischio.

Una festa:  ad ogni azione, ad ogni calcio d’angolo battuto da Pirlo con la curva che scandisce il suo nome per sostenerlo.  Ed ancora i cori del “dialogo goliardico” tra curva sud e curva nord ad ogni rimessa battuta dal portiere avversario.  A dire la verità, sono cori troppo scurrili per riportarne il significato qui. Chi capisce, capisce e chi no, no.  Anche quelli comunque hanno contribuito a creare una festa-portafortuna alla nazionale, e ad affermare che a Palermo vince la sportività e anche l’autoironia, laddove l’eco ancora presente di un’amara retrocessione avrebbe potuto invece rovinare il tutto. Niente di tutto questo, anzi.

La festa, come detto, è continuata a Padova insieme ai fratelli biancoscudati, che non incontravamo da un pezzo. E non è stata rovinata né dal risultato che premia eccessivamente i rosa per quanto visto in campo, né da una serie di decisioni sbagliate di un arbitro che ha ancora molto da imparare.  Prima un netto fallo non fischiato a favore del Padova, al limite dell’area rosa, e addirittura il cartellino giallo per il padovano Osuji. Poi un rigore troppo generoso per i rosa, quindi ammonizioni eccessive per ambedue le squadre e infine un’espulsione priva di senso comminata a Troianello.  Sugli spalti, nonostante il risultato pesante e l’arbitraggio dubbio, i tifosi hanno continuato ad inneggiare ognuno per la squadra avversaria, a scambiarsi sciarpe e regali, ad abbracciarsi nel segno del gemellaggio e dello sport.

Il Padova non ha meritato il forte passivo e lo aspettiamo per un’altra giornata di festa a Febbraio 2014 a Palermo. Possibilmente con ambedue le squadre nei primi posti in classifica.

 


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