Palagonia, sospeso dal Consiglio Salvatore Minore Beccato dai carabinieri con una pistola nell’auto

Sospeso dal Consiglio comunale per ordine della prefettura di Catania. La lettera, firmata dall’ufficio diretto da Silvana Riccio, è stata protocollata al Comune di Palagonia lo scorso 16 maggio e segna un primo stop per l’attuale esperienza consiliare di Salvatore Minore. L’esponente di Uniti per Palagonia, nella maggioranza del sindaco Salvatore Astuti, come svelato da MeridioNews era finito agli arresti domiciliari intorno a metà aprile. Quando cioè era stato pizzicato dai carabinieri palagonesi con una pistola modificata, e non dichiarata, all’interno dell’auto. Il politico aveva poi patteggiato una condanna a un anno e otto mesi, con pena sospesa, ma aveva comunque continuato a svolgere la sua attività da consigliere comunale. Che riguardava, tra l’altro, gli affari legali del municipio.

Adesso la prefettura decreta la sua sospensione – contro la quale il consigliere potrà decidere di presentare ricorso – perché sussistono i motivi previsti dalla legge 235 del 2012, la legge Severino, che stabilisce le cause di incandidabilità o di divieto di permanenza nei ruoli ricoperti. Nel caso specifico, a Minore sono contestati il porto abusivo di un’arma da fuoco e la ricettazione. Delitti previsti dalla Severino e per via del quale Salvatore Minore deve cedere il suo scranno in municipio. A subentrargli sarà Raffaele Malgioglio, ex presidente del Consiglio comunale ed ex consigliere di opposizione negli anni in cui a guidare la giunta era il primo cittadino Valerio Marletta.

La storia che coinvolge Minore – eletto con 289 preferenze – era stata raccontata da questa testata poco più di un mese fa: fermato dai militari per un controllo, durante la perquisizione del suo veicolo le forze dell’ordine avevano trovato – custodita nell’auto – una pistola corta, a salve ma con alcune modifiche. La detenzione dell’arma non era stata dichiara e sulla sua origine il consigliere Minore non aveva dichiarato molto. Così per il 42enne erano scattati gli arresti domiciliari. Poco tempo dopo, la contestazione del reato si era chiusa con un patteggiamento a un anno e otto mesi. Di fatto, un’ammissione di colpevolezza per i reati a lui attribuiti. Sull’arma da fuoco sono stati disposti ulteriori accertamenti, che saranno eseguiti dal reparto dedicato alle investigazioni scientifiche.


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