Padre Vincenzo Puccio, una vita tra corsa e preghiera Prete in gara per il Vaticano ai Giochi dei piccoli Stati

Ai Giochi dei piccoli Stati, appuntamento biennale nato nel 1985 che quest’anno si svolgerà in Montenegro (27 maggio-1 giugno), ci sarà anche un prete siciliano: l’obiettivo di padre Vincenzo Puccio, 45 anni, di Salemi, è quello di provare a trionfare sia nei 5000 metri che sulla distanza doppia. «Potrei essere uno dei favoriti, me la posso giocare», afferma il parroco di Santa Venera (frazione di Barcellona Pozzo di Gotto): il sacerdote è uno dei fiori all’occhiello del team Athletica Vaticana, prima associazione sportiva nata Oltretevere il cui intento primario è quello, attraverso la corsa, di promuovere solidarietà e spiritualità.

Un risultato di rilievo per il prete-maratoneta, la cui passione per la corsa è sbocciata grazie alla perseveranza di un grande maestro come Tommaso Ticali. «La mia vocazione per l’atletica – ricorda Puccio – è nata alle scuole medie, grazie ai Giochi della gioventù. Ho incontrato Ticali ai campionati regionali di Enna, chiedendogli se potesse allenarmi e intraprendendo così questo nuovo cammino». Le sue vicende da atleta, poi, hanno avuto alti e bassi e interruzioni: nel frattempo, infatti, è arrivata la scelta della vocazione sacerdotale: «Ho dovuto lasciare lo sport per 17 anni: la passione è nuovamente riemersa, dopo essere diventato parroco, a 38 anni». 

«Recandomi a una benedizione, ho conosciuto un ragazzo che correva maratone, mi sono quindi proposto per ricominciare ad allenarmi». Il battesimo del fuoco, in gara, è stata la mezza maratona Roma-Ostia: gara corsa anche quest’anno col tempo di 1 ora 12 minuti 25 secondi. Stoffa e talento ci sono sempre state, la convinzione è invece tornata gradualmente: il 2019 ha portato grandi risultati, con la vittoria alla mezza maratona di Capo d’Orlando e la partecipazione alla Milano Marathon, chiusa in 2h 35’58” (il suo record personale è di 2h 29’11”, alla maratona di Treviso, ndr). «Il Signore mi ha dato questo dono – afferma padre Vincenzo – cosa che mi permette anche di dare supporto spirituale agli atleti con cui vengo in contatto». Tra loro c’è anche l’azzurro Stefano La Rosa: «Ho fatto il riscaldamento con lui prima della partenza, a Milano: mi ha chiesto la benedizione». 

Gli appuntamenti da non perdere, ora, sono due: il 12 maggio una corsa ecumenica, in Germania, sulle orme di Martin Lutero. Quindi, il grande appuntamento dei Giochi in Montenegro. «Voglio vivere bene questa opportunità, sto realizzando un sogno. Per me è una gioia enorme, ci tenevo tanto ad entrare in un gruppo sportivo. Le mini-Olimpiadi, poi – ammette Puccio – saranno anche una occasione per evangelizzare: andremo a rappresentare la figura di Papa Francesco». Proprio il pontefice ha esaltato il ruolo dello sport come ambito privilegiato d’incontro: «Successo e sconfitta sono un mezzo di condivisione, un catalizzatore di esperienze».

La Sicilia, ovviamente, resta in prima linea. Uno dei progetti a cui padre Vincenzo sta dando il suo contributo è quello di ripristinare la pista d’atletica dello Stadio D’Alcontres di Barcellona Pozzo di Gotto, allo scopo di creare un progetto che coinvolga i ragazzi del luogo, includendo anche i diversamente abili. «Sarà una bella opportunità per fare gare a livello regionale, in una pista con un manto omologato». In questo c’è anche un pizzico d’amarezza: «È importante – conclude padre Vincenzo – riportare i valori dello sport nelle scuole. L’attività sportiva, con i Giochi della gioventù in testa, ha dato in passato un grande contributo per formare gli atleti del futuro: è questa la direzione che andrebbe intrapresa». 


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