L’ambiente frequentato dalla vittima come chiave di volta per l’epilogo del giallo che avvolge l’omicidio di Nikolina Marinova. Ma, almeno per il momento, il caso resta aperto. La donna, bulgara di 30 anni, è stata trovata morta lungo il litorale della Plaia sabato scorso. Uccisa, non si sa ancora da chi e per quale motivo, almeno due giorni prima rispetto a quando è arrivata la segnalazione di una turista. Intenta a passeggiare sulla battigia e imbattutasi, suo malgrado, nel cadavere. Il corpo della donna era stato lasciato abbandonato appoggiato con le spalle a un muro, lato mare, di una fatiscente struttura in cemento armato, un tempo quartier generale del lido balneare Nettuno. Chi ha abbandonato Marinova forse ha anche cercato di occultarne il corpo, poi recuperato dalle forze dell’ordine in mezzo a un cumulo di spazzatura.
La sezione omicidi dalla squadra mobile di Catania ha già sentito alcune persone, appartenenti alla cerchia di conoscenze della vittima. Le antenne degli investigatori sono orientate attorno al mondo della prostituzione. Attività che la bulgara avrebbe svolto tra corso dei Martiri e il Faro Biscari. Il primo passaggio è stato quello di dare un nome e cognome a quel corpo, reso possibile grazie alla procedura Afis, acronimo del sistema automatizzato di identificazione delle imrpronte digitali. Marinova in passato indicata erroneamente come di nazionalità rumena, era presente nei terminali di polizia a causa di un vecchio controllo. A questo si è poi aggiunto anche il ritrovamento della fotocopia di una carta d’identità.
Subito dopo è partita la ricerca delle altre donne con cui si sarebbe prostituita la vittima. Fino ad arrivare al compagno, un uomo di origini africane che però, stando a quanto ricostruito, non avrebbe fornito particolari utili alle indagini. L’autore del delitto – il fascicolo è in mano ai magistrati Antonino Fanara e Ignazio Fonzo – potrebbe essere un protettore, forse della stessa nazionalità della vittima, o un cliente. Ma la pista privilegiata sembrerebbe essere proprio la prima. Le indagini continuano a ritmo serrato e l’autopsia fornirà ulteriori dettagli sulla dinamica del decesso. Quel che è certo, stando alla prima ispezione cadaverica eseguita dal dottore Cataldo Ruffino, è che la vittima non avrebbe subito violenze sessuali nonostante sia stata ritrovata praticamente nuda, se si escludono un giubbotto e un reggiseno. La testa e il volto erano sporchi di sangue e presentavano diversi traumi compatibili con delle fratture.
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