È iniziata oggi, e proseguirà il 15 febbraio, la requisitoria della Procura generale di Catania che ha avanzato la richiesta di confermare la pena inflitta alla donna nell'ottobre del 2016. È accusata dell'omicidio del figlio Loris Stival e di averne occultato il cadavere
Omicidio Loris, chiesta conferma della condanna In primo grado dati 30 anni a Veronica Panarello
Confermare la condanna a 30 anni di reclusione per Veronica Panarello. È la richiesta avanzata oggi dalla sostituta procuratrice generale di Catania, Maria Aschettino, nei confronti della donna accusata e condannata in primo grado per aver ucciso il figlio Loris Stival a Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa, il 29 novembre 2014. Il piccolo di otto anni sarebbe stato strangolato con delle fascette di plastica e il corpo lasciato nel canalone fuori dal paese.
Il 17 ottobre del 2016 Panarello è stata condannata in primo grado dal Gup di Ragusa a 30 anni di carcere per i reati di omicidio e occultamento di cadavere. «È stata lei da sola, oltre all’evidenza, ad avere commesso senza pietà e pentimento il più innaturale dei crimini», ha scritto il giudice nelle motivazioni. Esclusa la predeterminazione. False sarebbero le dichiarazioni della donna che hanno chiamato in causa il suocero Andrea Stival, accusato di aver partecipato al delitto. «Inattendibile e falsa – scrive il Gup – la chiamata in correità del suocero», tanto da giustificare la «trasmissione degli atti alla Procura per calunnia nei confronti di Andrea Stival».
Adesso la Corte d’Assise di Catania dovrà valutare la richiesta della procura generale. La requisitoria proseguirà il prossimo 15 febbraio con in aula il sostituto procuratore generale Maria Aschettino e il pm Marco Rota.