Si è svolta nella giornata di oggi l’udienza di convalida dell’arresto di Ricard Nika, il 30enne albanese che nel pomeriggio di venerdì scorso, nella cantina del ristorante Pulcinella in rue Du Portier a Monaco, avrebbe ucciso il suo coetaneo Alfio Fallica, originario di Paternò. Il cuoco siciliano sarebbe stato raggiunto da una decina di coltellate, delle quali buona parte inflitte alla schiena. Il gip del tribunale di Imperia Massimiliano Botti ha convalidato la custodia cautelare in carcere richiesta dalla pm Stefania Brusa per l’aiuto-cuoco naturalizzato italiano, il quale, nel corso dell’udienza di convalida, si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere.
Il presunto omicida, che al momento dell’arresto operato dai carabinieri di Bordighera sembrava aver confessato, ora non ricorderebbe niente di quanto è avvenuto all’interno del locale monegasco. Al suo legale Massimo Corradi avrebbe anche chiesto: «È veramente accaduto quello che mi dicono?» Nika avrebbe inoltre spiegato al suo avvocato di ricordare i momenti precedenti e quelli successivi ai fatti. Lo stesso avvocato Corradi ha chiesto al suo cliente se avesse litigato con Fallica: «Assolutamente no – avrebbe dichiarato Nika – perché era una bravissima persona e non ho mai avuto questioni con lui». Da quanto si evince, al momento dell’arresto l’indagato presentava una ferita al petto e un’altra su un braccio. A questo proposito sono due le ipotesi al vaglio degli inquirenti: potrebbe trattarsi delle conseguenze di una eventuale colluttazione con il paternese oppure il frutto gesti di autolesionismo.
Nika è stato fermato nel pomeriggio di venerdì mentre vagava in stato confusionale per le vie di Bordighera, con abiti insanguinati. Era tornato dal principato di Monaco a bordo del suo scooter nella città ligure, dove l’uomo risiede da anni . Quando è stato fermato dai carabinieri aveva in mano un coltello con una lama di 20 centimetri, che potrebbe aver usato per colpirsi o con il quale avrebbe commesso l’omicidio. L’arma con molta probabilità sarà esaminata nelle prossime ore dai Ris. Non è da escludere che il magistrato, per verificare lo stato di salute mentale dell’uomo, possa richiedere una perizia psichiatra.
Intanto i parenti di Alfio Fallica, figlio del segretario della Cgil di Paternò Giuseppe Fallica, da sabato mattina si trovano a Montercarlo. «Fino ad ora i familiari non hanno potuto vedere la salma del congiunto», spiega Ezio Messina, collega del padre della vittima nonché consigliere comunale. «Ancora non sanno quando la salma potrà essere consegnata alla famiglia e riportata a Paternò», continua. «Alfio si era sposato a giugno proprio qui in paese con una paternese, ma viveva a Mentone – conclude Messina – era contento del lavoro che svolgeva e della vita che conduceva fuori dall’Italia».
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