Ogni giorno, nel mondo, 39 mila bambine vengono costrette a sposarsi

NATURALMENTE CONTRO LA LORO VOLONTA’. DI FATTO, QUESTI MATRIMONI NON SONO ALTRO CHE VENDITE: LA FAMIGLIA DELLO SPOSO ‘COMPRA’ LA MINORE DI TURNO

L’11 Ottobre è una data importante. Nessuna partita di calcio. Nessun discorso di questo o di quel premier. Nessun dictat da chi non dovrebbe avere il potere di dettare legge non essendo stato eletto da nessuno.

Eppure è una data importante: l’11 ottobre è la Giornata Internazionale delle Bambine. Non tutte le bambine, però. Esiste un problema che riguarda decine di milioni di bambine nel mondo, ma del quale nessuno parla: Il problema delle spose bambine.

Secondo i dati Unicef, circa settanta milioni di ragazze hanno contratto il matrimonio in età minorile, la maggior parte di loro nei Paesi in via di sviluppo.

Il problema è noto da anni. Nel 2011, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione 66/170 con la quale ha voluto richiamare l’attenzione di tutti sulle sfide che le ragazze (molto spesso ancora bambine) devono affrontare in tutto il mondo.

Il Segretario generale delle Nazioni Unite ha rinnovato l’invito affinché i vari Paesi del mondo si uniscano per porre fine alle violenze contro le donne. Per questo l’ONU ha dato vita al progetto Education for All e ad una serie di iniziative per porre fine il matrimonio precoce fornire per potenziare ragazze adolescenti e deve garantire che siano protetti dai pericoli.

I vari governi sono stati invitati a unire le forze e a ribadire il proprio impegno, ma ad oggi i risultati sono sconfortanti.

E, grazie ai flussi migratori in continuo aumento, il fenomeno non è più limitato solo ad alcuni Paesi. Fino ad ora il problema aveva riguardato principalmente i Paesi asiatici e la maggior parte dei Paesi africani. Paesi dove non sono rari casi come quello di Abdella, nata e cresciuta in Etiopia, e poi costretta ad abbandonare la scuola per sposare un marito che neanche conosceva. Sì, perché, per la maggior parte, i matrimoni in cui la sposa è minorenne, sono matrimoni combinati.

Un problema che ha numeri spaventosi, ma che spesso passa inosservato. Da uno studio dell’ODI (Overseas Development Institute), è risultato che ogni giorno, nel mondo, 39 mila bambine vengono costrette a sposarsi contro la loro volontà.

E la situazione non sembra migliorare, anzi. Secondo i risultati dello studio, sarebbero sempre più frequenti i casi in cui genitori costringono la propria figlia ancora bambina a sposare uno sconosciuto. E lo fanno per un solo motivo: il pagamento di una somma di denaro da parte della famiglia del marito.

Spesso i genitori costringono la figlia a sposarsi prematuramente, poi a separarsi e a trasferirsi all’estero per cercare lavoro utilizzando per la trasferta i soldi ottenuti dal matrimonio. E una volta arrivate in un Paese occidentale queste ragazze, spesso ancora bambine, devono trovare lavoro (spesso finendo nelle mani di sfruttatori o nel racket della prostituzione) e mantenere la famiglia nel Paese d’origine.

Il fenomeno “maid trade” in alcuni Paesi, come l’Etiopia, ha raggiunto livelli spaventosi e continua a crescere anno dopo anno cresce in maniera esponenziale.

Il problema, però, non riguarda solo i residenti in Paesi lontani dell’Africa e dell’Asia. Recentemente l’Unicef ha denunciato che i matrimoni combinati tra uomini adulti e bambine “cedute” dai genitori si sta diffondendo anche nei Paesi occidentali.

Come ha denunciato anche il governo britannico, spesso le famiglie approfittano delle vacanze scolastiche per condurre all’estero ragazze in tenera età con il pretesto di un soggiorno nel paese di origine dei genitori, ma in realtà per farle sposare. Matrimoni quasi sempre “combinati” secondo regole che prevedono il pagamento del “prezzo della sposa” ovvero una somma di denaro che il marito o la sua famiglia si impegnano a corrispondere ai genitori della sposa. Solo in Gran Bretagna sarebbero più di 5.000 (dati Unità governativa britannica Matrimoni forzati) le giovani costrette a un matrimonio combinato.

Un problema ormai ben noto in tutti i Paesi occidentali, primi fra tutti gli Stati Uniti d’America e i Paesi europei, ma di cui si preferisce non parlare. In Italia i primi casi documentati sono avvenuto già molti decenni fa. Eppure pare proprio che nessuno voglia affrontare questa annosa questione.

Unica eccezione la Norvegia dove, all’approssimarsi della data dell’11 Ottobre, l’associazione Plan, forse in tono provocatorio, ha creato un blog in cui oggetto della discussione è la “prima sposa bambina norvegese” (Thea, questo il nome della bambina, racconta tutto ciò a cui dovrà rinunciare e descrive i preparativi e il percorso verso il matrimonio con il futuro marito che ha quasi il triplo dei suoi anni).

Una provocazione come si diceva, ma che ha avuto il risultato di attirare l’attenzione di milgiaia di norvegesi, forse stupiti dal fatto che, anche nel civilissimo Paese scandinavo, potessero accadere cose del genere.

E gli altri, altrettanto “civili”, Paesi europei? Per loro evidentemente è più semplice fare finta che il problema non esiste e fingere di non vedere le spose bambine che arrivano sui barconi dei migranti o che girano per le strade…

Invece che affrontare questo problema è meglio parlare dell’ultima partita di calcio del gelatino del premier o della dichiarazione di questo o di quel politico…

Foto tratta da premioceleste.it

 

 

 


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Sul nuovo social network X, tale Esmeralda (@_smaragdos), commenta un articolo del Domani a proposito dei finanziamenti alla Cultura elargiti dai Fratelli d’Italia siciliani: «Amici, soldi (pubblici) e politica. In Sicilia tutto fa brodo. Su questo penso non leggerò un commento croccante di Ottavio Cappellani. Perché gli amici so’ amici, gli ex amici so’ nemici». […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]