I lavoratori socio-assistenziali aspettano cinque mensilità arretrate. «L'azienda sanitaria ospedaliera, per contratto, deve pagare ogni tre mesi l'85 per cento, quasi quattro milioni di euro, e l'ha sempre fatto». Eppure i soldi non arrivano, nonostante la presunta soluzione di un mese fa. Dopo un altro incontro in Prefettura oggi, la prefetta Maria Guia Federico ha disposto una nuova riunione tra gli enti
Oda, in 450 attendono ancora gli stipendi «L’Asp ha sempre pagato, la Chiesa no»
«L’Oda, finora, si è intascata i soldi dell’Asp per cinque mesi e ci ha dato solo lo stipendio di aprile. Pagato a luglio». Tornano a manifestare i lavoratori dell’opera diocesana di assistenza, 450 addetti che assistono circa 1500 persone con disabilità gravi. Dopo l’occupazione della cattedrale a luglio e un incontro in prefettura che avrebbe dovuto risolvere le cose, stamattina un piccolo gruppo è tornato a chiedere un appuntamento alla prefetta etnea Maria Guia Federico. Subito concesso.
«Non è stato rispettato l’accordo proposto in prefettura e cioè il pagamento al mese delle somme dovute dall’Asp all’Oda, che così paga poi i nostri stipendi», spiega Grazia Restivo, una lavoratrice dell’ente. Ma la colpa, aggiunge, non sarebbe dell’Asp. «L’azienda sanitaria si è tirata indietro perché, per contratto, non può mensilizzare i pagamenti». Le somme infatti vengono stanziate dall’Asp all’Oda ogni trimestre. «Ogni tre mesi pagano l’85 per cento, quasi quattro milioni di euro», spiega Restivo. Che continua: «L’Asp ha sempre pagato e continua a pagare, è l’Oda che non ci dà lo stipendio».
Il nuovo mandato dovrebbe arrivare proprio a giorni. «L’Opera diocesana riceverà 3.570.000 euro e dovrebbe pagarci due mensilità, maggio e giugno – conclude Restivo – Intanto però si è intascata le somme da aprile a settembre e, a luglio, ci ha dato solo i soldi di aprile». Una questione di cui si discuterà nuovamente tra mercoledì e giovedì, quando la prefetta etnea Maria Guia Federico ha fissato una nuova riunione tra Asp, Diocesi e sigle sindacali per siglare un nuovo accordo.