In 150 hanno raggiunto ieri la spiaggia nel Comune di Portopalo, nel Siracusano, per protestare contro la costruzione di uno stabilimento balneare a pochi passi dalla riva, considerato una minaccia per paesaggio e ambiente. Un'affluenza minore rispetto a quella prevista, ma che non ha impedito ai manifestanti di circondare l'area in cui sono in corso i lavori, per poi godersi una giornata al mare
OccupyIsland all’isola delle Correnti Una catena umana per dire no al lido
Condizioni climatiche decisamente favorevoli per OccupyIsland, la manifestazione tenutasi sulla spiaggia dell’isola delle Correnti, a Portopalo di Capopassero, in provincia di Siracusa, che ha visto la partecipazione di più di 150 persone allo scopo di formare una catena umana intorno alla struttura in legno, centro nevralgico dello stabilimento balneare di 1000 metri quadrati in costruzione a pochi passi dal mare.
Alle ore 11 inizia ladunata, alla presenza di polizia e carabinieri, di tutti i cittadini, le associazioni ambientaliste, gli esponenti politici e i principali aficionados della spiaggia dellisola delle Correnti, estrema punta a Sud di tutta Europa, oggi minacciata dalla costruzione di uno stabilimento balneare che, oltre a modificarne irrimediabilmente il paesaggio, costituisce una vera e propria minaccia per lambiente.
Angela Foti, portavoce allArs. del Movimento 5 Stelle per la Commissione parlamentare Ambiente e TerritorioTra i manifestanti, sin dalle prime battute, si crea un capannello intorno ad Angela Foti, portavoce allArs del Movimento 5 Stelle per la Commissione Parlamentare Ambiente e Territorio. Che cerca di rassicurare quanti le chiedono della reale legittimità delle concessioni rilasciate per la costruzione della struttura, ribadendo più volte linteressamento del M5s rispetto a questa vicenda. Presenti anche Serena Barone, presidente dellAssociazione isola delle Correnti, e Massimo Malerba, organizzatore di OccupyIsland. È principalmente a queste figure cui tutti i manifestanti fanno riferimento per avere maggiori informazioni e per ricevere rassicurazioni circa la reale possibilità che questo attacco possa essere effettivamente stroncato. Ma anche tra i cittadini che hanno scelto di prendere parte alla manifestazione c’è chi si distingue per lunghi discorsi carichi di pathos e coinvolgimento, alcuni dei quali delusi da unaffluenza che risulta decisamente minore rispetto alle previsioni raccolte dallevento appositamente creato su Facebook.
Minore partecipazione che però non ha fermato la protesta. Intorno alle 12.30, infatti, si riesce a creare la catena umana, rispettando la tabella di marcia prevista dall’organizzazione della manifestazione. Tutti i presenti, prendendosi per mano, hanno creato un cerchio attorno alla zona destinata alla struttura balneare e oggi delimitata da alcuni paletti. Un significativo momento di unione culminato in un applauso e caratterizzato, forse, da sorrisi amari, di chi è contento di condividere quel gesto e che, in fondo, spera possa realmente servire a preservare quella zona.
La giornata di manifestazione all’isola delle Correnti, però, non si è limitata al momento centrale di protesta. Dopo la formazione della catena umana, nessuno è andato via. Come avviene nei mesi estivi, si è rimasti sulla spiaggia, sopportando il vento, proseguendo la giornata come una delle tante trascorse su quel tratto di costa: qualcuno ha fatto il bagno, qualcuno ha suonato la chitarra, qualcun altro si è semplicemente goduto il sole e la compagnia. Ma tutti, di tanto in tanto, volgendo lo sguardo verso il baracchino di legno, struttura aliena su una spiaggia da sempre incontaminata, non potevano fare a meno di tornare a quel sorriso amaro.
di Anita Gensabella
[Foto di Anita Gensabella e Pecore Sicule di Salvo Grillo]