Non è mai troppo tardi

Li incontriamo sempre più spesso: diligentissimi a lezione, timidi come tutti gli altri quando bussano alla porta dello studio di un prof. A prima vista sembrano genitori particolarmente protettivi che accompagnano i figli, ma poi scopri che magari è il figlio ad accompagnare loro. Non sono numerosissimi, ma gli studenti “over” sono una realtà concreta. E chissà che pensano dell’università di oggi paragonata a quella “dei loro tempi. Lo abbiamo chiesto a Enza, neo immatricolata alla Facoltà di Lingue. Forse lei si è leggermente offesa, ma non abbiamo avuto il coraggio di darle del tu.

 

Dove si è iscritta e perché? Possiede altri titoli di laurea?

“Sono iscritta al 3° anno di Scienze della Comunicazione Internazionale e non possiedo altre lauree. Perché mi sono iscritta? Una bella domanda che avrebbe più risposte… Credo che la motivazione determinante sia stata quella di chiudere una porta della mia vita. Intendo dire che, quando ero iscritta all’università più di venti anni fa, alla allora Facoltà di Lettere, corso di laurea in Lingue e Letterature straniere, non credevo molto al valore della laurea: era stato più che altro un modo di ‘accontentare’ mio padre. Allora si respirava un clima molto diverso: frequentare l’università per me diventò ben presto, anzitutto, un’occasione per “fare politica”, ma una politica non da aspiranti professionisti della politica, bensì animata da grandi ideali e al tempo stesso concreta e per obiettivi reali. Ma a un bel momento, nonostante mi restassero le ultime tre materie, una tesi pronta, e la media del 30, abbandonai tutto!!! Poi é venuto il lavoro full time, poi una figlia…. Devo dire che in questi anni il pensiero di riprendere l’ho avuto più volte, ma l’enorme cifra che avrei dovuto ‘uscire’ per non ricominciare daccapo, mi ha fatto sempre desistere. Due anni fa, però, con la riforma (forse questa è una delle pochissime cose buone  che escono da questa riforma) ho scoperto la possibilità di potermi reiscrivere con il riconoscimento delle materie e a costi sostenibili. Così ho deciso di farlo, anche per eliminare la bruttissima sensazione, che mi ha accompagnata in tutti questi anni, di non avere portato a termine un obiettivo per il quale avevo comunque preso un impegno.”

 

Che lavoro fa?

“Principalmente l’agente di viaggio.”

 

Quanti corsi ha seguito o sta seguendo e che percentuale di lezioni frequenta? 

“Lavorando a tempo pieno non posso seguire corsi.”

 

Che effetto fa stare a stretto contatto con studenti più giovani? Come si comportano nei Suoi confronti?

“Altra bella domanda! Non seguendo corsi, i miei contatti sono fondamentalmente durante le sessioni di esame. Devo dire che sono anche divertenti: ad esempio al mio primo esame eravamo più di trecento  e non avevo assolutamente idea di come funzionasse. Ero praticamente l’unica “attempata” e destavo curiosità: chi pensava fossi un professore, chi un genitore che accompagnava la figlia, quando hanno scoperto che ero “una di loro”, dopo un primo momento di stupore, mi hanno subito accettata, anzi è stato molto carino perché mi sono sentita un po’ la mamma di questi ragazzi. C’era chi mi chiedeva di spiegare parti non capite, chi consigli su come dare l’esame, chi, persino, mi  previsioni sul fatto di farcela o meno. Al secondo esame, mia figlia – iscritta al Boggio Lera – in attesa di andare a scuola mi accompagnò. Se ne scappò dopo meno di mezz’ora dicendomi: “Mamma sto facendo la figura della cretina, della ragazza accompagnata dalla mamma agli esami !!!”. Insomma pensavano che lei dovesse fare esami e che io l’accompagnavo! Al di là di questo, comunque, si crea la normale atmosfera cameratesca degli esami: ci si scambiano opinioni, si chiedono informazioni, insomma un’esperienza bellissima. ”

 

Confrontando Università di ieri e di oggi, cosa nota di diverso nella didattica?

“Innanzitutto noto una ricchezza di materie accattivanti che, “ai miei tempi”, non c’erano. Anche il contenuto di queste materie e la scelta dei testi sono molto vicini alle problematiche attuali e quindi per me meno sterili e sicuramente più utili anche per capire cosa succede oggi nel mondo. Penso a “Teorie dei mezzi di comunicazioni di massa”, ma anche alla Geografia economico-politica che nel mio corso, prevedeva lo studio della globalizzazione, l’effetto serra, ma anche il riciclaggio dei rifiuti, il rapporto fra Paesi ricchi e poveri, ecc… Insomma da questo punto di vista credo ci sia stato un reale miglioramento.”

 

Che cosa è cambiato invece nell’approccio allo studio, in termini di motivazioni, determinazione, interessi?

“Parlando con i ragazzi durante le attese degli esami, devo dire che in questo non noto grandi cambiamenti, ancora la motivazione più importante dello studio è ‘sbrigarsi’, trovare un lavoro, possibilmente un posto fisso o almeno garantito…”

 

Come è cambiato il rapporto con i docenti? Sono più disponibili e reperibili adesso?

“Più disponibili, decisamente sì; più reperibili, insomma…”

 

Preferisce il buon vecchio ricevimento o l’invio di una e-mail per chiedere informazioni?

“Trovo che la possibilità di contattare il docente vie e-mail sia favoloso: guadagni tempo e non rischi viaggi a vuoto…”

 

Vecchio o Nuovo Ordinamento? Perché

“Al di là del valore diverso che viene dato alle due lauree (vecchio e nuovo ordinamento) e ai nuovi positivi contenuti didattici, francamente non vedo grandi differenze: intendo dire che con il sistema dei crediti sono di fatto aumentate le materie e diminuiti gli anni ed il valore della mini laurea (che ancora non ho veramente capito a cosa possa servire nelle discipline umanitarie). Non trovo vero, infatti, che le materie sono più leggere: forse per chi frequenta e può fare gli esami in itinere, altrimenti sono esattamente “pesanti” come nel vecchio ordinamento. C’e’ poi la questione dei crediti per “altre attività” e stage: per le prime non ne capisco francamente l’utilità, potrei accettarle  come crediti facoltativi per il voto di laurea, ma obbligatori mi sembrano delle ripetizioni, posto che Informatica e Lingue Straniere sono obbligatorie comunque! Lo stage, come sempre, è una di quelle cose ‘all’italiana’: idea buona in sé, assolutamente inutile nella pratica… Ma su questo ci sarebbe  una discussione molto lunga da fare. Per quanto mi riguarda, considerando che oggi per avere delle chance sul lavoro devi comunque prendere sicuramente anche la laurea specialistica e uno o più master, credo sarebbe stata meglio la vecchia laurea quadriennale.”

 

Si è pentita di essersi reiscritta?

“Reiscrivermi è stata un po’ una scommessa con me stessa: capire se è possibile con un lavoro a tempo pieno, una figlia grande ma che in ogni caso va ancora seguita, il dubbio sulla capacità di riprendere a studiare con metodo e continuità. Ebbene oggi, dopo essere riuscita a dare quattro materie in un anno con ottimo risultato, posso dire che ho fatto la scelta giusta. Faticosa, sicuramente. Ma l’entusiasmo, lo scoprire che a un peggioramento della memoria corrisponde un miglioramento della capacità di sintesi, la gratificazione di riuscire ad andare avanti, ripaga di ogni fatica.”

 

Non c’è dubbio, quanto a entusiasmo, Enza V. “dà punti” alla maggior parte di noi.


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