No Muos: “Contro di noi una nuova strategia della tensione”

GLI ATTIVISTI DENUNCIANO IL TENTATIVO DI CRIMINALIZZARE IL MOVIMENTO. COME SUCCEDE IN VAL DI SUSA…

La protesta No Muos va fermata.  Con tutti i mezzi. Dai manganelli alla criminalizzazione del Movimento. Un copione che si ripete, scritto da uno Stato, quello italiano, che preferisce difendere gli interessi degli Usa e che continua  a farsi sordo dinnanzi alle voci che arrivano dal territorio, dinnanzi alle denunce sui rischi per la salute e dinnanzi alle mozioni parlamentari che parlano di incostituzionalità nell’iter che ha portato al via libera dell’impianto satellitare della Marina Usa (che è cosa diversa dalla Nato).

La manifestazione andata in scena sabato a Niscemi è un altra prova di quanto il Governo italiano si stia impegnando per mettere a tacere il dissenso. Gli attivisti denunciano, senza mezzi termini, un uso spregiudicato dei manganelli da parte delle Forze dell’Ordine. Che, paradossalmente, certo per ordini ricevuti dall’alto, si ritrovano a proteggere uno Stato straniero e ad andare contro quei cittadini italiani che sarebbero chiamati a difendere (e dai quali sono pagati).

“C’e’ in atto una uova strategia della tensione- dice Peppe Cannella del Movimento No Muos-  con un racconto dei fatti e con veline giornalistiche intese a screditare e criminalizzare il movimento No Muos. Sabato il manganello é stato usato soprattutto contro giovani studenti che volevano pacificamente arrivare alla collinetta per vedere le orribili parabole del Muos completate. Da giorni in tutti i modi e con motivazioni discutibili volevano impedirci questo. Abbiamo fatto un corteo con 4 mila persone in condizioni proibitive, pressati e ostacolati, con condizioni climatiche avverse. Abbiamo dimostrato che siamo vivi.

Ora- aggiunge Cannella-  aspettiamo il 27 Marzo e il Tar di Palermo che si esprimerà sui ricorsi unificati contro il Muos. Le provocazioni e le informazioni a senso unico continueranno sempre di più. Noi dovremo essere ancora più preparati per non cadere nelle provocazioni e per trovare canali di comunicazione e di azione che avvicinino le persone. Fermeremo il Muos in quanto é inumano e dannoso, saccheggia il territorio ed é uno strumento di guerra. Chiamiamo tutti ad esserci e a non farsi irretire ed ingannare da informazioni stravolte figlie di una nascente “strategia della tensione”. (A sinistra, Cannella durante un corteo No Muos. Foto di Andrea Scarfò)

Non sfuggono le analogie con la repressione in atto in Val di Susa. Anche il Movimento No Tav sta subendo  lo stesso trattamento, come ci racconta in questo articolo, il collega Davide Armerio, che sottolinea un paradosso di notevole rilevanza:  la protesta,  pur rientrando a pieno titolo nell’ambito delle prerogative democratiche sancite dalla nostra Costituzione, come previsto dai padri costituenti,  è ormai sottoposta ad una censura illegittima da parte dei Governi.

No Muos, manifestazione tra i manganelli: “Non ci fermeranno”

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Il Movimento No Tav tra accuse infamanti, lotta e informazione 


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