Oggi pomeriggio, grazie ai mezzi subacquei della Marina militare, è stata eseguita l'ispezione nell'imbarcazione protagonista della strage dello scorso 18 aprile. Le immagini recuperate mostrano diversi cadaveri all'interno dello scafo e nel ponte più basso
Naufragio, nel relitto inabissato numerosi corpi La Procura: «Danni alla prua e alla fiancata»
Le immagini confermano il racconto dei superstiti al naufragio del 18 aprile: numerosi cadaveri all’interno dello scafo, corpi anche nel ponte più basso, uno pure nei pressi del relitto. E’ l’esito dell‘ispezione effettuata nel pomeriggio di oggi a circa 77 miglia dall’Italia. I mezzi subacquei specializzati sono scesi lì dove è stato individuata l’imbarcazione che, dopo la collisione con il mercantile King Jacob accorso in aiuto dei migranti, si è inabissata. Nelle ore successive furono recuperati 24 vittime, 28 sono invece i superstiti. Ma chi si è salvato ha subito raccontato di centinaia di persone – in totale circa 800 – stipate su tre livelli del barcone e rimaste intrappolate. Oggi arriva in parte la conferma.
Nel pomeriggio, grazie ai mezzi messi a disposizione dalla Marina militare, è stato ispezionato il relitto. Da Augusta hanno seguito l’attività personale della squadra mobile di Catania e gli avvocati Giuseppe Ivo Russo e Massimo Ferrante, rispettivamente legali del presunto scafista tunisino Mohammed Alì Malek, e del siriano Ahmud Bikhit, accusato di essere l’uomo che faceva rispettare gli ordini del capitano.
Secondo i dati forniti dalla Procura di Catania, che coordina le indagini, il relitto si trova a una profondità di 370 metri, misura 21 metri di lunghezza, otto di larghezza e almeno otto di altezza ed è adagiato di chiglia sul fondo del mare. «Nei pressi del relitto – precisa la Procura – è stato individuato il corpo di un uomo; all’interno dello scafo e anche nel ponte più basso sono stati individuati numerosi corpi».
Le immagini e i video raccolti dal personale tecnico della Marina mostrano l’esistenza sul relitto di danni alla prua e sulla parte anteriore sinistra della fiancata, derivanti probabilmente dall’urto con il mercantile. La Procura sottolinea quindi «la prontezza con la quale la Marina ha aderito alla richiesta di collaborazione, per la professionalità con la quale il mezzo subacqueo è stato condotto, nonostante la presenza di forti correnti, sin nelle immediate prossimità delle singole parti del relitto, per la riservatezza tenuta per tutte le fasi della complessa operazione, avviata già da alcuni giorni».