Ci sono altri due indagati nell’inchiesta sul naufragio dello yacht Bayesan, che il 19 agosto è affondato a Porticello, frazione di Santa Flavia, in provincia di Palermo. Si tratta dell’ufficiale di macchine Tim Parker Eaton e del marinaio Matthew Griffiths, iscritti nel registro degli indagati dopo il comandante della barca a vela di lusso, James Cutfield. Ieri davanti ai pubblici ministeri di Termini Imerese Cutfield – che dai suoi legali è stato descritto come «molto provato» – si è avvalso della facoltà di non rispondere. Com’è noto, nel naufragio sono morte sette persone, tra le quali l’imprenditore britannico Mike Lynch e il presidente della banca d’affari Morgan Stanley International, Jonathan Bloomer.
A Parker Eaton – ingegnere 56enne di origine inglese – indagato per omicidio colposo plurimo e per naufragio colposo, i magistrati contestano di non aver attivato i sistemi di sicurezza deputati a chiudere i portelloni dell’imbarcazione. Sarebbe stato questo ad aver causato l’allagamento della sala macchine, il blackout della stessa e poi dell’intera imbarcazione, che per questo motivo – secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Agi – «non ha potuto azionare i motori per reagire alla tempesta che lo aveva colpito». Griffiths – 22enne, anche lui di origine inglese – era di turno in plancia e avrebbe dovuto segnalare l’arrivo dell’evento meteorologico che ha investito l’imbarcazione; segnalazione che avrebbe fatto partire le azioni necessarie a evitare danni. Anche per lui l’accusa è omicidio colposo plurimo e naufragio colposo. Secondo alcune indiscrezioni, nelle prossime ore anche un altro membro dell’equipaggio potrebbe essere iscritto nel registro degli indagati.
Nel frattempo si apprende che il comandante Cutfield potrebbe lasciare l’Italia nelle prossime ore, oggi o al massimo domattina. Cutfield – che nel naufragio ha perso il passaporto – ha atteso una copia del documento per poter partire con la moglie, che l’ha raggiunto in Italia dalla Spagna, dove la coppia risiede. Inoltre nel tratto di mare davanti a Porticello proseguono le attività di monitoraggio ambientale da parte della guardia costiera: le operazioni sono finalizzate a scongiurare eventuali fuoriuscite di idrocarburi provenienti dallo scafo. Nell’area si stanno prelevando campioni effettuati sulla colonna d’acqua in prossimità del relitto. Al lavoro ci sono mezzi navali e sommozzatori della guardia costiera, un veicolo subacqueo a controllo remoto e specifiche sonde parametriche per l’analisi e per il monitoraggio qualitativo delle acque, in collaborazione con il personale dell’Arpa Sicilia, cioè l’Agenzia regionale per la protezione ambientale. Al momento non si registrano perdite dai serbatoi e non risultano tracce di inquinamento.
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