Foto di Gabriele Ruggieri

Naufragio Bayesian: si indaga per omicidio plurimo e lesioni colpose. L’ipotesi dell’errore umano

«La tempesta è arrivata all’improvviso, non l’abbiamo vista arrivare». È quello che avrebbe detto ai pubblici ministeri di Termini Imerese – che stanno indagando sul naufragio dello yacht Bayesian – il capitano dell’imbarcazione, il 51enne originario della Nuova Zelanda James Cutfield. Nelle ore successive all’inabissamento della barca a vela – lunga 55,9 metrilarga 11,9 e con un albero in alluminio di 75 metri, tra i più alti al mondo – si è pensato che a farla affondare fosse stata una tromba marina, mentre successivamente molti esperti hanno parlato di downburst, un flusso d’aria discendente che impatta sul suolo o sul mare e che si propaga per linee orizzontali con raffiche di vento tra i 100 e i 130 chilometri orari». Lo ha spiegato al nostro giornale Stefano Albanese, presidente dell’associazione Centro meteorologico siciliano.

L’ipotesi dell’errore umano

Nelle ultime ore, però, sono emersi elementi relativi a dei possibili errori umani. «Tutto ciò che è stato fatto rivela una sommatoria lunghissima di errori», ha detto al Corriere della Sera Giovanni Costantino, fondatore e amministratore delegato di The Italian Sea Group, la società quotata in borsa proprietaria di Perini Navi, il cantiere che nel 2008 ha costruito la Bayesian. «Le persone non dovevano essere nelle cabine – dice Costantino – e la barca non doveva essere all’àncora. E poi – continua – perché l’equipaggio non sapeva della perturbazione in arrivo?». Nell’intervista che ha rilasciato al Corriere Costantino dice che «i passeggeri hanno riferito una cosa assurda, e cioè che la tempesta è arrivata inaspettata, all’improvviso. Non è vero, era tutto prevedibile», dice il manager, che fa notare che nessuno dei pescatori di Porticello era fuori quella notte. «La perturbazione era leggibile appieno in tutte le carte meteo. Non si poteva non sapere», dice Costantino.

«Una delle imbarcazioni più sicure al mondo»

Costantino definisce l’imbarcazione – che è stata costruita dal cantiere di cui è proprietaria la società di cui lui è amministratore delegato – «una delle imbarcazioni più sicure al mondo, praticamente inaffondabile. Ovvio, salvo che non imbarchi acqua». Per il manager «non c’è altra spiegazione. Di sicuro – dice – l’evento di Palermo avrebbe rappresentato un rischio pari a zero se fossero state fatte le manovre corrette e se non fossero intervenute delle situazioni che hanno compromesso la stabilità della nave». Costantino parla di «un paio di passaggi che abbiamo esaminato. La nave era all’àncora. A un certo punto – continua – l’àncora perde la presa e la barca si sposta trascinata dal vento, che la spinge prendendola in pancia». Il manager dice che il vento avrebbe spinto l’imbarcazione «per quattro minuti, che noi definiamo “di scarrocciamento”», poi «la ruota e la pone nella posizione in cui è affondata. In questi quatto minuti – e mi assumo la responsabilità di quel che dico – la nave ha già preso acqua».

«Di sicuro, il portellone di poppa era aperto»

Costantino sostiene questo «perché dalle immagini video si vede l’albero in verticale prima tutto acceso e poi spento, tranne la lampadina in testa, che prende energia da una batteria». Secondo lui, la Bayesian imbarcava acqua, «perché se la nave è andata in blackout, vuol dire che è stata l’acqua a causare il corto circuito. Ha preso acqua il generatore? La sala macchina? Di sicuro il portellone di poppa era aperto – lo dicono i sommozzatori, riferisce Costantino – e noi pensiamo che forse era aperto anche qualcos’altro». Il manager aggiunge che «ci sono delle porte in sovrastruttura che già con una inclinazione di 30 gradi, se aperte, avrebbero imbarcato acqua. In quella posizione, con la nave morta – cioè senza più gestione – e con il vento che spingeva, si è inclinata a 90 gradi per un solo motivo: perché l’acqua ha continuato a entrare. Da quando ha cominciato a entrare a quando è andata giù – aggiunge Costantino – sono passati sei minuti. Chi dice che è sparita in pochi secondi dice una bestialità».

La procedura di emergenza

Costantino si è espresso anche sull’inopportunità di «fare un party in una situazione di allerta meteo». Secondo lui, «bisognava blindare lo scafo e la coperta, chiudendo tutte le porte e i portelli, dopo avere messo gli ospiti nel punto di riunione della nave, come da procedura in emergenza. Poi accendere i motori – prosegue – e tirare su l’àncora o sganciarla automaticamente, mettere la prua al vento e mandare giù la chiglia. La mattina dopo sarebbero ripartiti a danno zero». Costantino ripete che «sono stati fatti degli errori» e che «fra l’arrivo di una burrasca e l’imbarco dell’acqua c’è un mondo. Si dovevano fare una serie di attività per evitare di trovarsi in quella situazione. Io – come comandante della nave – mi sarei spostato, ma se anche per qualche motivo avessi dovuto restare lì, avrei gestito quelle condizioni meteo, che poi – diciamolo – non erano così pazzesche. Del resto il comandante della Sir Robert Baden Powell, accanto, è riuscito a gestire tutto senza problemi», conclude l’amministratore delegato della società proprietaria del cantiere che ha costruito la Bayesian.

«I passeggeri hanno cercato vie di fuga»

Nel frattempo emergono dei dettagli sul ritrovamento dei corpi dentro lo scafo. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Adnkronos, «i passeggeri hanno cercato delle vie di fuga, raggiungendo il lato opposto della imbarcazione» rispetto a dove si trovavano, «ma l’acqua aveva già raggiunto le camere e cinque di loro sono stati trovati in quella direzione: non nelle proprie camere, ma sul lato opposto, proprio mentre tentavano di salvarsi». Una ricostruzione che emergerebbe dalle testimonianze delle persone superstiti sentite dalla procura di Termini Imerese, ma soprattutto dalle piante della barca. Secondo quanto trapela, la procura indaga per naufragio, disastro, omicidio plurimo e lesioni colpose, al momento senza indagati. E sempre dai racconti dei sopravvissuti pare che «l’imbarcazione sarebbe affondata di prua (dove c’erano le camere dell’equipaggio), poi lentamente si è ribaltata sul fianco destro». Angela Barcares, la moglie dell’imprenditore britannico Mike Lynchil cui corpo è stato recuperato stamattina – avrebbe detto a chi indaga che il primo segnale della tempesta è stata una «leggera inclinazione», che l’avrebbe svegliata. A quel punto la donna si sarebbe recata nella parte superiore dell’imbarcazione.

Si cerca il corpo della 18enne Hannah Lynch

Non è ancora stato trovato il corpo della 18enne Hannah Lynch, figlia dell’imprenditore e di Bacares. «La ragazza potrebbe essere intrappolata in una camera e coperta da suppellettili e da materassi galleggianti», hanno riferito alcuni soccorritori. Gli speleosub che in questi giorni si stanno occupando di recuperare i corpi avrebbero riferito di avere visto la deriva mobile dell’imbarcazione parzialmente alzata e questo potrebbe avere avuto un ruolo determinante nella minore stabilità della Bayesian e, quindi, nel suo rapido inabissamento. Gli esperti spiegano che la deriva mobile abbassata avrebbe potuto contrastare la forza del vento, che piega la barca di lato, specialmente nel caso di un albero imponente – come quello dello yacht in questione – che fa da leva. Inoltre, alcuni portelloni sarebbero stati aperti e avrebbero imbarcato una grande massa d’acqua in poco tempo. Si potrebbe sapere di più se si riuscisse a recuperare la scatola nera della barca.

Le autopsie

La procura di Termini Imerese non ha ancora disposto le autopsie sui corpi recuperati. Si tratta dell’imprenditore britannico Mike Lynch, di Jonathan Bloomer – presidente della banca d’affari Morgan Stanley International – di sua moglie Anne Elizabeth, dell’avvocato Christopher Morvillo, di sua moglie Neda e del membro dell’equipaggio Recaldo Thomas. Pare che la procura di Termini Imerese disporrà le autopsie solo quando saranno completate le operazioni di ricerca. Atti irripetibili a cui tutte le persone interessate alle indagini – sia come presunti responsabili di reati sia come familiari delle vittime – devono potere assistere, personalmente o attraverso propri legali e consulenti esperti. I superstiti hanno scelto di farsi seguire nella vicenda giudiziaria da un’importante compagnia legale inglese. «Al momento – riferisce l’Ansa – sembrerebbe che non abbiano né accettato né vagliato l’opzione di una consulenza legale da parte di esperti italiani».


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