Nei giorni scorsi, tra gli attivisti No Muos e su qualche giornale, era circolata la notizia di una mezza marcia indietro dell’Istituto Superiore di Sanità sulla pericolosità per la salute del nuovo sistema satellitare che la Marina Usa sta costruendo a Niscemi, in provincia di Caltanissetta. Si è detto ciòé, che all’improvviso, come fulminati sulla via di Damasco, gli ‘esperti’ pagati dal Governo nazionale, si sarebbero resi conto del danno sanitario derivante dalle potenti onde elettromagnetiche del Muos.
In realtà non è proprio così. Quello che è successo è in linea con tutta l’ambiguità manifestata dalle istituzioni, regionali e nazionali, su questa storia. Ovvero: lo scorso 5 settembre, nel pubblicare la relazione ufficiale sul sito dell’Iss, qualcuno si è preso la briga di scrivere una nota di accompagnamento alla pubblicazione, in cui, praticamente, si scrive quello che non si è scritto nel documento ufficiale. Si parla cioè della « necessità di unattenta e costante sorveglianza sanitaria della popolazione delle aree interessate, oltre che dellattuazione di un monitoraggio dei livelli di campo elettromagnetico successivamente alla messa in funzione delle antenne Muos, anche in considerazione della natura necessariamente teorica delle valutazioni effettuate su queste specifiche antenne».
Dichiarazione che, come ci confermano dall’Iss, non è esplicitamente contenuta nella relazione ufficiale, in cui prevalgono i toni rassicurati e in cui si parla della mancanza di evidenze scientifiche che provino effetti cancerogeni a lungo termine. “E’ un commento- dicono a LinkSicilia- elaborato sulla base dei dati contenuti nella relazione”. In realtà è la prima volta che dall’Istituto arriva una precisazione del genere. E nella relazione, non c’è nulla che faccia pensare alla necessità della prudenza improvvisamente contemplata dall’Iss. Si cita, questo si, il principio di precauzione, ma contraddicendolo in pieno, nelle conclusioni si assicura che non ci sono problemi evidenti legati alla salute umana. Alla faccia dell’ammissione che si tratta di valutazione teoriche.
Tutto questo non può che generare ancora altri dubbi sulla gestione pessima di una vicenda che si sta consumando sulla pelle dei siciliani. Alla domanda di LinkSicilia sul perché queste testuali parole non siano state inserite nel documento, dall’Istituto romano, non arriva nessuna risposta.
Da cosa scaturisce questa contraddizione e questa ennesima farsa? Dal timore di ‘ritorsioni’ legali considerata la mole di ricorsi e denunce che pendono sul caso Muos?
Ne è convinta, ad esempio l’Associazione Antimafie ‘Rita Atria’, che ha presentato un esposto nei confronti del dirigente regionale Gaetano Gullo, colui che materialmente ha firmato la revoca della revoca.
«Si sono voluti tirare fuori, hanno messo le mani avanti. Non vedo altri motivi, visto il tempo trascorso e il fatto che il procedimento amministrativo è stato chiuso» dice a ctzen.com il legale dellassociazione Goffredo DAntona.
Laccusa rivolta nella denuncia dallassociazione Rita Atria al dirigente era proprio quella di aver riportato, a sostegno del provvedimento da lui firmato e voluto dalla giunta Crocetta, solo frasi estrapolate a ‘piacere’ e contro il parere degli stessi esperti nominati dalla Regione siciliana. La denuncia è stata presentata in data 6 agosto 2013 presso la procura di Palermo, il reato ipotizzato è falso ideologico ex art. 479 C.p..
«LIss dice tutto e il contrario di tutto commenta lavvocato DAntona Perché intervengono così tardi? Perché non si sono fatti avanti quando il professor Zucchetti si è lamentato che liniziale fuga di notizie era parziale e che mancavano dati importanti? Compaiono invece adesso per focalizzare proprio quellaspetto della relazione trascurato dal dirigente che abbiamo denunciato. Mi sembra la condotta tipica di chi non è coinvolto direttamente da unazione penale, ma vuole mettersi al riparo».
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