Sette mesi di condanna per Turi Vaccaro, il noto pacifista protagonista di diverse azioni contro il Muos di niscemi. Vaccaro è accusato di lesioni e di resistenza a pubblico ufficiale per i fatti che risalgono al 10 luglio 2013, quando a Gela il movimento antimilitarista organizzò una contromanifestazione in occasione del 70esimo anniversario dello sbarco degli alleati. Quel giorno il pacifista scalzo e col flauto che sempre lo accompagna, dopo essere balzato sopra un’auto della polizia era stato arrestato. E scarcerato a distanza di un paio di giorni.
Due anni e mezzo dopo il tribunale di Gela gli ha inflitto sette mesi di reclusione e il pagamento delle spese processuali. La giudice Tiziana Landoni ha riconosciuto la recidiva, accogliendo sostanzialmente le richieste del pubblico ministero, che aveva chiesto una condanna a otto mesi. A nulla è servita la difesa dell’avvocato d’ufficio Carmelo Tuccio, che alle scorse udienze aveva negato la possibilità che Vaccaro avesse agito con l’obiettivo di aggredire gli agenti di polizia, che nel corso dell’arresto avrebbero riportato una serie di contusioni. Come prova era stato depositato poi il video del canale Antenne46, in cui si vedono i momenti successivi a quando Vaccaro sale sull’auto della polizia, viene subito buttato a terra e trascinato dentro la macchina. In questa fase Vaccaro sembra assumere un atteggiamento di resistenza passiva.
Nato a Marianopoli (nel Nisseno), da giovane si trasferisce a Torino, dove comincia a lavorare alla Fiat, che decide di lasciare per protesta contro l’assemblaggio in fabbrica di componenti di un sistema di trasporto militare. Da quel momento Vaccaro si impegna attivamente in attività a favore della pace: partecipa alle lotte di Comiso per opporsi alla costruzione della base per gli euromissili nucleari. E, in collegamento con quel movimento antimilitarista, diventa a distanza di 30 anni uno dei più conosciuti attivisti No Muos. Tra le tante azioni la marcia a piedi da Palermo a Niscemi e le martellate alle parabole del Muos che avrebbero provocato all’impianto un danno stimato in 800mila dollari.
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