Cronaca

Donne uccise a Riposto, nei video della prima vittima gelosia e malelingue. «Meglio sola che circondata da traditori»

La dinamica di quanto accaduto sabato mattina a Riposto comincia a delinearsi in maniera chiara dalle indagini. A mancare, però, è ancora un movente. Perché l’ergastolano in permesso premio Turi La Motta ha ucciso prima Melina Marino, poi Santa Castorina e infine si è suicidato davanti alla caserma dei carabinieri della cittadina ionica? Qualche ipotesi di risposta potrebbe arrivare anche dal profilo TikTok della prima vittima. Alla base della pista seguita dagli inquirenti ci sono, infatti, i rapporti interpersonali: da quanto emerso fino a questo momento, La Motta avrebbe avuto una relazione sentimentale con entrambe le donne che ha ucciso, a meno di un’ora e mezza di distanza, a colpi di pistola in testa e al volto. Dopo avere ricostruito la dinamica del duplice omicidio attraverso il Gps dell’auto di Luciano Valvo – il 55enne arrestato con l’accusa di essere complice del primo delitto compiuto da La Motta – adesso gli inquirenti si stanno concentrando ad analizzare tabulati telefonici, messaggi, chat e profili social dei protagonisti di questa vicenda.

Quarantottenne, non sposata e madre di due figli, Melina Marino era molto attiva sui social fino al giorno prima di essere ammazzata sul lungomare di Riposto. In particolare su TikTok, dove i suoi video erano quotidiani. Balletti dei trend più famosi sul social, cene al ristorante con un uomo di cui si vedono solo le mani, regali scartati – soprattutto gioielli e accessori – esposti in bella vista su un tavolo. Dalla fine di dicembre, però, il tenore dei contenuti pubblicati sul profilo della vittima era cambiato: ci sono solo video in cui non è lei a parlare direttamente ma prende in prestito le parole di canzoni – spesso neomelodiche – che usa come base musicale e, qualche volta, scrive anche delle frasi allusive. Da Toni Colombo a Gigi D’Alessio e da Nancy Coppola e Nino D’Angelo fino a Gigi Finizio. Ma c’è spazio anche per alcune strofe di Giorgia – della canzone Credo Cancellerò il passato per non tornare indietro” – e Ivana Spagna – con “Gente come noi che non sta più insieme“. Nei testi o nelle frasi scritte dalla vittima in sovraimpressione si parla di malelingue, di gelosia, di invidia, di un uomo che si sarebbe rivelato «un bluff», di donne che si sarebbero messe in competizione con lei, di una delusione dovuta a un ferimento subito e di una sensazione di solitudine ma «Una donna forte va sempre avanti, anche con le lacrime agli occhi».

Messaggi che, riletti alla luce di quanto accaduto, sembrano delle frecciatine dirette a qualcuno in particolare. In tutti i video, la donna aveva bloccato la possibilità di commentare da parte di terzi. In mezzo a qualche filmato girato davanti alla casa circondariale di Palermo pubblicato insieme ad alcune foto di videochiamate con il fratello detenuto, ci sono soprattutto contenuti che sembrano alludere a una storia appena finita. E non in modo sereno. «Sai come la penso? Meglio da sola che non circondata da infami e traditori», dice l’audio di una voce registrata a cui lei va dietro mimando il labiale. Qualche giorno dopo, sullo sfondo di una foto che ritrae la faccia di un leone in bianco e nero, c’è la scritta: «Io non gioco. Io vinco sempre. E quando lascio vincere, è solo perché il premio non era interessante». Ad accompagnare i video ci sono quasi sempre gli hashtag A testa alta, Si va avanti, Non si molla mai. Parla di se stessa ma anche di altri a cui non fa mai riferimento esplicito: «Sto diventando un avversario scomodo», «La carne è tosta e il coltello non taglia». Mentre in un video fa ricorso a un modo di dire siciliano che sa di delusione: «Tu resterai quello che eri: un nuddu ammiscatu cu nenti (nessuno mischiato con niente, fuor di metafora una nullità, ndr)».

Tra i contenuti pubblicati di recente sul profilo TikTok di Melina Marino, c’è poi una serie di video con gli screenshot delle liste di persone (dove i nomi sono stati cancellati) che avevano visitato il suo profilo. Immagini accompagnate con commenti di stizza: «L’ossa ‘co sali vata mangiari (dove rosicare, ndr). Fai la brava che, al massimo, mi puoi allacciare le scarpe. E se voglio posso farti molto male: so ingannare, ferire e umiliare. Ma, a volte, preferisco ignorare». Solo tre giorni prima di essere ammazzata sul lungomare di Riposto dall’uomo con cui avrebbe avuto una relazione, forse arrivata al capolinea, Marino ha pubblicato un video: lei è in macchina e fuma una sigaretta: «Eccomi, non sono morta nemmeno questa volta».

Marta Silvestre

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