Step1 a colloquio con la piccola orchestra itinerante dei MCR che ha suonato a Belpasso contro tutte le mafie. Le considerazioni musicali e politiche di un gruppo di quarantenni che non si sente in grado di incitare la gente a fare la rivoluzione
Modena City Ramblers: La nostra musica militante
Molti dei ragazzi al di sotto dei vent’anni hanno sentito parlare per la prima volta dei Modena City Ramblers mentre stavano davanti alla televisione, l’1 Maggio, a guardare il concerto in p.zza S. Giovanni a Roma.
Il presentatore di turno li avrà descritti sicuramente come “quelli che di questo palco hanno fatto la storia”, e le migliaia di persone nella calca del concertone avranno iniziato a gridare, a saltare, a ballare.
I non-ancora-ventenni di fronte allo schermo saranno rimasti affascinati.
Quelli che, invece, i vent’anni li hanno passati, di Modena City Ramblers sentono parlare da più tempo, e avranno approvato, ad esempio, la canzone ispirata a quel film, quello che racconta la storia di un uomo che ha avuto il coraggio di scrivere che odiava la mafia, pur avendo un “cognome ingombrante e rispettato”. Sì, proprio quel film: “I cento passi”. I cento passi che separavano la casa di Peppino Impastato da quella del boss Gaetano Badalamenti.
La piccola orchestra itinerante dei Modena s’è fermata a Belpasso, il 7 Maggio, e ha risposto alle domande di Step1.
Durante il tour di “Bella Ciao” è nato il progetto di “Onda libera”. Una riflessione sulla situazione politica e sociale italiana e sulla nostra disillusione nei riguardi dei partiti della sinistra.
Il nuovo album si pone in continuità con quelli precedenti e, dal punto di vista tematico, non rinuncia alla militanza politica: “Per fortuna esiste un’altra Italia che non si riconosce nei suoi rappresentanti attuali e che vuole cambiare…”
La mafia è un problema nazionale, non di quattro regioni del Sud.
La collaborazione tra Libera e i Modena è stata spontanea, come ci racconta uno dei ragazzi della Carovana: “E’ stato un bel modo per ricondurre ad un punto comune due esperienze: l’antimafia sociale e la musica.”
La nostra idea di libertà è come la bandiera della copertina del cd: malridotta….
Di “Onda Libera” i Modena City Ramblers hanno scritto i testi, li hanno suonati e li hanno prodotti. Ne hanno voluto curare anche la veste grafica, mettendo in primo piano “un’ipotetica bandiera di libertà, che ne ricorda tante ma non è quella di nessuno stato”.
«Ci viene da pensare che la paura del diverso di questi anni riecheggi quella esplosa nell’Europa di sessant’anni fa.»
“Figli del vento” è un inedito che parla dei Rom. Da questa canzone può trarsi un pensiero che arrivi al concetto di integrazione, che è “una strada inevitabile, che va intrapresa. Musicalmente, dalle culture differenti a noi è arrivata una grande forza.”
Non suoniamo più “Contessa”, per questo abbiamo scritto “Mia dolce rivoluzionaria”.
“Il mondo è molto cambiato dagli anni Settanta, e noi vogliamo trovare un percorso che interpreti il cambiamento”, eppure, alla fine del concerto a Belpasso, c’era chi, a gran voce, richiedeva “Contessa”, intonandola con forza.
«La terra dev’essere vissuta»
E’ stretto il legame tra la Sicilia e i Modena City Ramblers, che l’hanno cantata più volte. Da “La banda del sogno interrotto” a “I cento passi”, fino ad arrivare a “Terra libera”, alla cui base sta proprio un pensiero per la nostra isola.