L'ufficio di contrada Sieli ha fermato le sue attività a gennaio: la sede, per i lavoratori, era inadeguata a causa della vicinanza con la discarica di Motta Sant'Anastasia. Da allora i dipendenti si sono trasferiti nell'omologo di via Coviello, nel capoluogo etneo. Creando un disservizio per i cittadini del comprensorio
Misterbianco, rimane chiuso il centro per impiego «Quattro Comuni costretti a rivolgersi a Catania»
Misterbianco ha un suo centro per l’impiego, che serve anche i residenti di altri tre Comuni del comprensorio, ovvero Camporotondo Etneo, Motta Sant’Anastasia e San Pietro Clarenza. Dall’inizio del 2016 la sede è però chiusa, e il servizio si svolge a Catania, in via Coviello 6, nei locali dell’affollato ufficio del capoluogo dove sono stati trasferiti i sette impiegati. La paradossale vicenda «è iniziata a gennaio, ed è dovuta alla mancata individuazione di un nuovo locale idoneo da parte del Comune di Misterbianco», spiega Gaetano Del Popolo, lavoratore della sede catanese e coordinatore provinciale della Funzione pubblica Cgil. I sette dipendenti si sono infatti «rifiutati di continuare le attività in un’area degradata nei pressi delle discariche di Motta Sant’Anastasia. Dopo un anno di attesa – aggiunge – ci sono però troppi disagi. Per i lavoratori ma soprattutto per gli utenti di un comprensorio da oltre 80mila abitanti».
Del Popolo, insieme al segretario generale della Fp Cgil di Catania, Gaetano Agliozzo, ha esposto il caso in una lettera aperta indirizzata all’assessore regionale al Lavoro, al dirigente del Servizio XII del Centro per l’impiego di Catania e ai sindaci dei quattro Comuni del comprensorio. «Per noi – spiega Del Popolo -, la scelta del muro contro muro da parte del Comune di Misterbianco è incomprensibile. I locali si trovano non solo in una zona vicina alla discarica, in contrada Sieli, ma sono anche difficilmente raggiungibili a causa delle strade in pessime condizioni, e non esistono mezzi pubblici».
La chiusura della sede, che precedentemente si trovava in un locale di via Roma, nel centro di Misterbianco, dipende quindi dalle denunce sull’inadeguatezza della struttura di proprietà comunale, che precedentemente ospitava la concessionaria Movicar. «La presenza degli impianti di trattamento dei rifiuti è un potenziale rischio per la salute dei lavoratori che, se la situazione continuerà a non sbloccarsi, attueranno delle forme di protesta». I sindacalisti nella lettera mandano un appello al sindaco di Misterbianco Nino Di Guardo, «protagonista insieme ai suoi cittadini di mille battaglie contro la discarica e per la tutela della salute e dell’ambiente – scrivono le sigle – Il primo cittadino non può non mostrarsi sensibile verso il giusto diritto dei cittadini e dei dipendenti ad avere a disposizione uffici adeguati per l’erogazione dei servizi».