Il racconto di quanto avvenuto dopo la pubblicazione del nostro MeridioTrotter sulla musica napoletana a Catania ha innescato un meccanismo fatto di supporto e attestazioni di stima. Messaggi dall'Ordine dei giornalisti, da Articolo 21, dall'Unione nazionale cronisti italiani Sicilia e da associazioni e movimenti antimafia del territorio
Minacce a MeridioNews per doc sui neomelodici La solidarietà: «È un episodio da condannare»
«Ancora una volta ci ritroviamo a dover fronteggiare attacchi ben precisi, per quanto a tratti volgari e scomposti, per chi vuole imbavagliare la stampa e mettere a tacere la verità. Attacchi che destano preoccupazione anche perché provenienti da un contesto ben preciso». È il testo di uno dei tanti messaggi di solidarietà arrivati alla redazione di MeridioNews dopo che questa testata ha reso note le minacce ricevute a seguito della pubblicazione del MeridioTrotter sulla musica napoletana a Catania. Nel mini-documentario venivano menzionati due cantati neo-melodici, Niko Pandetta e Andrea Zeta, e le loro parentele. Il primo è nipote del capomafia al 41 bis Turi Cappello, il secondo è figlio del boss della famiglia Santapaola-Ercolano Maurizio Zuccaro. Rapporti di vicinanza che non erano mai emersi prima della pubblicazione del nostro reportage.
La notizia delle minacce – rilanciata da Ossigeno per l’informazione, Il fatto quotidiano e la Tgr Rai – ha dato il via a una lunga catena di solidarietà. A scrivere, oltre al gruppo Fare ordine dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, anche lo stesso OdG Sicilia, Articolo 21, l’Unione nazionale cronisti italiani Sicilia, il sindacato Fnsi e la sua diramazione locale Assostampa Sicilia che si augurano «l’intervento di istituzioni e forze dell’ordine». E ancora il movimento politico Catania bene comune, l’associazione Asaec antiestorsione, il Gapa di San Cristoforo, le redazioni de I cordai e de I siciliani giovani. Per Paolo Borrometi, presidente di Articolo 21, «le minacce sono gravi, inaccettabili e fanno comprendere ancora una volta il clima ostile nei confronti di giornalisti che vogliono svolgere solo e unicamente il proprio dovere». A questo messaggio fa eco Andrea Tuttoilmondo, dell’Unci Sicilia, per il quale «simili episodi vanno condannati senza appello». A esprimere «solidarietà e vicinanza» anche il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci. «A coloro che sono impegnati a denunciare e raccontare i fatti, col rischio costante di minacce e intimidazioni – afferma il presidente – deve andare sempre il massimo sostegno delle istituzioni e la gratitudine di tutta la società». Il sindaco di Catania Enzo Bianco si è detto vicino a Luisa Santangelo e alla nostra redazione, a nome suo e dell’amministrazione del capoluogo etneo: «Fiducia nell’operato degli investigatori – spiega in una nota – a noi resta il compito di stare vicino a chi è esposto alle intimidazioni».
«Facciamo appello a tutte le cittadine e tutti i cittadini, alle associazioni catanesi, alle istituzioni di unirci intorno alla redazione di MeridioNews per sostenere il loro lavoro e condurre una necessaria battaglia per la libertà d’informazione, contro la mafia». È questo, invece, uno stralcio del lungo comunicato stampa diffuso da Catania bene comune. «La musica, tutta, soprattutto quella neomelodica – prosegue la nota destinata ai giornalisti – sia strumento per combattere la violenza e la sopraffazione criminale. La mafia è il contrario dell’amore e dell’amicizia raccontati in tante canzoni». Sullo stesso tema, replica anche l’associazione Asaec antiestorsione di Catania: «Auspichiamo che i vertici della polizia postale possano fare luce sul grave accaduto».
Ai colleghi e alle associazioni cittadine si sono aggiunti i tanti commenti e messaggi dei lettori e delle lettrici. A quanti in queste ore ci hanno mostrato la loro vicinanza e l’apprezzamento per il nostro lavoro quotidiano va il ringraziamento di tutta la redazione.