Al palazzo di giustizia della città dello Stretto da settimane si attende che venga riparato un guasto. «Il problema è che anche per una banale lampadina rotta bisogna rivolgersi a Roma», attacca il presidente dell'ordine degli avvocati. Così intanto le attività nella sezione civile si svolgono solo per mezza giornata
Messina, tribunale con i condizionatori guasti Sospeso rientro pomeridiano, stop ad attività
Al tribunale di Messina si rompe una pompa che serve l’impianto di refrigerazione e il sistema di condizionamento dell’aria va in tilt. Da quando è cominciata la stagione estiva nelle aule e negli uffici di palazzo Piacentini si boccheggia. Impiegati, giudici, avvocati e chiunque si trovi a dover entrare al tribunale lo fa a temperature proibitive. Una situazione al limite della normale sopportazione che ha spinto a sospendere i rientri pomeridiani dei dipendenti – dai commessi ai cancellieri – in attesa della fine dell’estate con riserva di recupero. È stato il presidente del tribunale a chiedere al dirigente del tribunale di emettere una circolare in tal senso. Con la conseguenza che le attività della sezione civile, a cominciare dalle udienze, sono paralizzate, «fatte salve le dovute eccezioni», cioè atti e procedimenti che non possono essere rimandati.
Il ministero della Giustizia, su richiesta del presidente della Corte d’Appello, ha bandito regolarmente la gara per risolvere il guasto. Ma la prima è andata deserta e solo in seconda battuta ad aggiudicarsi il bando è stata una ditta di Catania. Il pezzo rotto è stato commissionato nei mesi scorsi ma non era disponibile e si attende ancora. Nel frattempo, complice il caldo di questi giorni, le udienze si svolgono a volte in aule di 15 metri quadrati alla presenza di oltre una ventina di persone e l’unico spiraglio di aria arriva dalle finestre lasciate aperte.
«Il problema non riguarda solo l’impianto di condizionamento – spiega Vincenzo Ciraolo, presidente dell’ordine degli avvocati – ma in generale tutto il sistema dell’edilizia giudiziaria e delle manutenzioni. Dal 1 gennaio 2016 non esistono più i comitati di manutenzione, che erano composti da organi interni al tribunale e si interfacciavano con i Comuni. Sono stati sostituiti da conferenze permanenti locali che in caso di problemi devono relazionarsi con Roma al ministero di Grazia e giustizia. Questo significa che anche per una banale lampadina rotta bisogna rivolgersi alla sede centrale. Stesso discorso in caso di ascensori guasti o come adesso, per l’impianto di condizionamento».