Proseguono i lavori di prolungamento della pista ciclabile della zona nord di Messina. Con la nuova ciclopedonale litoranea Fortino-Principe si aggiungono 1300 metri all’attuale pista che si sviluppa per un lunghezza di tre chilometri e mezzo lungo la via Consolare Pompea. Un progetto costato alle casse del Comune oltre un milione e 600mila euro. Dal viale Annunziata alla località Fortino, l’attuale tratto è frequentato a tutte le ore del giorno da ciclisti, corridori e abitanti della zona, peccato però che quando si arriva all’altezza della zona spianata ex Trocadero, lo scenario è quello di un’area totalmente abbandonata.
La pista, a causa di una mareggiata di cinque anni fa, è crollata, e continua a essere bersagliata dalle ondate. Da allora tutto tace. Solo una transenna, visibilmente deteriorata dal tempo, dovrebbe separare la zona fruibile dalle aree interdette. Tuttavia molti tratti pericolanti non sono isolati e continuano a essere facilmente raggiungibili da chiunque. Un pericolo incombente che ha trasformato un piccolo angolo di paradiso nell’ennesimo spreco pubblico. Così come sottolineano le persone che frequentano abitualmente la zona. «Il posto più bello del mondo è abbandonato a se stesso – commenta un anziano seduto su una panchina – a Messina si tende sempre a rattoppare e senza la manutenzione le opere pubbliche vanno allo sfacelo».
Della pista è rimasto ben poco e i tratti meno pericolanti sono invasi da spazzatura ed erba alta. «Questa zona è diventata una vergogna – continua un giovane passante – la verità è che, al di là delle diatribe politiche, di questo tratto di pista non interessa niente a nessuno, si pensa solo a finire i lavori della nuova, mentre qui il degrado aumenta ogni giorno di più». E non mancano le critiche anche per il nuovo tratto in costruzione. «Non hanno avuto neanche il buon senso di mantenere l’estetica della vecchia pista – sottolinea Giuseppe, un altro frequentatore – sembra una gabbia di ferro, un carcere». La nuova pista prosegue con una pavimentazione chiara e non rossa come la precedente ed è costeggiata da entrambi i lati da transenne in ferro. «Poi senza manutenzione farà la stessa fine della precedente», conclude Giuseppe.
Un problema che, secondo l’assessore alla Mobilità Gaetano Cacciola non spetta al Comune risolvere, in quanto l’ente competente sulla ciclabile esistente, tra l’Annunziata e Grotte, è l’ex Provincia, oggi città metropolitana. «Quel tratto di pista è nato con finanziamenti di più di dieci anni fa stanziati dalla Provincia», dichiara Cacciola. Il percorso riservato alle bici, dunque, nella sua interezza, ha due gestori che però non si mettono d’accordo nel trovare una soluzione che garantisca la piena fruibilità. La soluzione? Secondo l’assessore Cacciola «si potrebbe bypassare il problema utilizzando la strada. È chiaro – ammette – che si dovrebbe intervenire, ma bisognerebbe passare a un unico gestore. Cercheremo di interloquire con la Provincia per trovare una soluzione».
Esiste però un documento ufficiale della Regione Sicilia del novembre 2005 che affida al Comune di Messina un importo di oltre un milione e 178mila euro per l’intero tratto che va dall’Annunziata alla zona Fortino . «La pista ciclabile di Messina avrà una lunghezza di 1,5 chilometri – si legge nel documento ufficiale – e si realizzerà a margine della via consolare Pompea, tra il viale Annunziata e il villaggio Pace (località Fortino)». Insomma i conti non tornano, se il Comune si è occupato della gestione della parte di pista che si estende dalla zona Grotte in poi, perché nel 2005 avrebbe dovuto ricevere un finanziamento per l’intero tratto? Dagli uffici comunali, però, insistono. «Il tratto iniziale della pista ciclabile che va dall’Annunziata fino alla zona Grotte – sottolinea l’ingegnere Mario Pizzino, dirigente del dipartimento Mobilità urbana – è stato realizzato ai tempi dell’amministrazione Buzzanca negli anni ’90, ed è tuttora di competenza dell’ex Provincia». L’unica certezza è che chi vuole usufruire della pista ciclabile in bici o a piedi, arrivato alla zona ex Trocadero, si dovrà arrangiare tornando sulla strada o proseguendo a piedi lungo l’affaccio a mare zigzagando tra voragini e dirupi.
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